Il colosso della tecnologia Microsoft ha scelto per la prima volta una donna come direttore finanziario.
È Amy Hood che si occuperà di gestire il debito e le finanze di Redmond in un momento di storico calo della domanda di personal computer.
È un’altra figura femminile che entra nella stanza dei bottoni delle aziende hi-tech – dopo l’ad di Yahoo! Marissa Mayer e il n. 2 di Facebook Sheryl Sandberg – che dimostra come il mondo della tecnologia sta diventando un’isola felice per le donne che vogliono rompere il cosiddetto “tetto di cristallo”. “Amy ha talento e la giusta esperienza per questo incarico”, ha spiegato l’ad di Microsoft Steve Ballmer. Amy Hood ha 41 anni, 10 anni di esperienza in azienda, dove è stata parte attiva nelle strategie di sviluppo come l’importante acquisizione di Skype.
La società per la verità annovera ai suoi vertici altre tre donne: Tami Reller e Julie Larson-Green nel settore Windows e Lisa Brummel, capo delle risorse umane. Veterana e simbolo di questa riscossa femminile è Sheryl Sandberg, 43 anni, due figli, che nel 2008 Mark Zuckerberg strappò a Google per nominarla Capo operativo del social network più famoso del mondo. E’ spesso nella lista di Fortune e Forbes delle donne più influenti del pianeta ed è pienamente convinta delle capacità femminili e anche del fatto che le donne leader siano ancora troppo poche.
Per questo ha scritto il libro-manifesto ‘Lean In’ (Fatevi avanti) uscito pochi mesi fa negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo, da cui è scaturito un vero e proprio network che sta crescendo in maniera esponenziale, con gruppi che si incontrano ovunque: da New York a Buenos Aires a Nuova Delhi. ‘Executive feminism’ è il termine che viene spesso usato per definire questo movimento: più che interessarsi alla condizione femminile in generale, si concentra cioé sulla leadership (per questo ha attirato anche delle critiche).
A far parte del gruppo ‘quote rosa’ nella tecnologia è arrivata circa un anno fa anche Marissa Mayer (pure lei un passato in Google, altra società dunque all’avanguardia nella valorizzazione delle donne sul lavoro), diventata il quinto amministratore di Yahoo! in cinque anni. E le è stato affidato un compito delicato: rilanciare la società di Sunnyvale che dopo essere stata pioniere di Internet ha perso terreno.
La Mayers – che quando ha firmato il contratto era all’ottavo mese di gravidanza – ha fatto parlare di sé per lo stop al telelavoro ma si è ‘riabilitata’ di recente annunciando politiche favorevoli per i dipendenti con figli, anche per i papà. Buoni esempi – va aggiunta anche Meg Whitman, Ceo di Hewlett-Packard dal 2011 – che si spera contagino altri paesi, a partire dall’Italia. Il nostro paese, secondo il Rapporto 2012 sul Global Gender Gap, è passato dal 74esimo all’80esimo posto, dopo Bangladesh, Ghana e Perù.
Nella foto: Amy Hood
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