Categories: In Evidenza

Anniversari e commemorazioni: il 13 settembre la giornata in ricordo di Norman Zarcone

Leggi l'articolo completo

Era il 13 settembre 2010 quando il giovane Norman Zarcone si tolse la vita, gettandosi dal settimo piano della facoltà di Lettere e Filosofia, a Palermo. Di anni ne sono passati sei ma il suo ricordo resta vivo, la sua storia continua a far male. Tante restano le domande su quel gesto estremo.

Una carriera, quella del ventisettenne, florida. Una laurea con il massimo dei voti, un dottorato in Filosofia giunto alla fine, un tesserino da pubblicista e la passione per la musica. Per Norman, però, questo non era abbastanza perché di fronte a lui, dopo il dottorato, si palesavano troppo incertezze.

Per mantenere allora viva la memoria e nella speranza che le cose possano cambiare per chi verrà dopo di lui, si celebra oggi l’anniversario della commemorazione in onore del dottorando. La giornata è cominciata alle 11 a Brancaccio, nella rotonda a lui intitolato dal Comune. A partecipare anche il magnifico rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, nonché le autorità civili e militari cittadine.

Per l’occasione è stato anche presentato il libro (in diffusione gratuita in cartaceo e sul web) ‘La sinuosa danza dell’infelice coscienza’, dedicato proprio a Norman. Appuntamento finale alle 20.30 in piazza Bologni dove si terrà il concerto ‘In memoria di Norman’. Sul palco Pino Messina (folksinger), Eleonora Militello e Stormyweathers, Norman Zarcone Rock Orchestra.

“Oggi, posso solamente ringraziare Luca Orlando e pochi altri – dice il padre, il giornalista Claudio Zarcone – per la sensibilità fin qui dimostrata; un apprezzamento legato alla sfera umana e alla partecipazione umana. Per contro sbatto contro l’ipocrisia di incantatori di serpenti. Troppi falsi amici nelle istituzioni, troppi finti e untuosi rivoluzionari mendicano la scena, troppi impostori della libertà di pensiero riconosco fra le vestali dell’ipocrisia istituzionale. Ricorreremo pertanto alla ‘violenza’ della musica di Norman e della memoria”.

Leggi l'articolo completo
Share
Published by
Redazione