Un progetto per diventare realtà richiede un investimento di tempo e capitali, sia si tratti di organizzare un evento tra amici sia si voglia costruire una nuova casa automobilistica (vedi Tesla). Ci vuole un buon piano, un’attenta analisi dell’ambiente circostante, le giuste nozioni tecniche, alcune risorse economiche (o un’idea su come reperirle) e una buona dose di coraggio. Potremmo allora chiederci perché fare piccoli progetti quando la ricetta è sempre la stessa? Perché non pensare in grande e provare a conquistare il mondo (o almeno il continente in cui viviamo)?
La differenza tra un progetto piccolo e uno grande è solamente sulla carta. In altre parole, all’inizio, quando ancora non esiste niente, bisogna capire in quale direzione vogliamo andare e cosa, alla fine del nostro progetto o presumibilmente in 3-5 anni, vogliamo realizzare. Si tratta di disegnare la nostra impresa, e come ogni disegno che si rispetti, basta carta e matita (o un bel computer) e il gioco è fatto.
Pensare in grande ma partire piccoli. Bisogna avere un buon piano, che permetta di far “scalare” il nostro progetto, un po’ come un gioco modulare. Sapere che il nostro mercato d’ingresso è la comunità o la città in cui viviamo, ma che il prodotto/servizio che vogliamo realizzare può essere esteso a un mercato più grande, alla nazione o al continente in cui siamo. In fondo è tutta questione di obiettivi, di progetti e di sogni. Il fondatore di Facebook è partito creando una piattaforma per mettere in contatto gli studenti dell’università che frequentava, ma pensando, quasi da subito, che la stessa idea potesse andare bene per gli studenti delle altre università degli Stati Uniti e, perché no, per altri network. Un’idea chiara, semplice e replicabile nel mondo intero.
Pensare in grande, partire piccolo ed essere flessibili. Sono queste tra le lezioni che si imparano in Silicon Valley. E’ un posto unico, popolato da persone che ogni giorno pensano quel (grande) problema si possa risolvere con la tecnologia o con un approccio innovativo, e quindi quale nuova impresa creare. La potremmo definire “la cultura del pensare in grande”, ma c’è molto di più.
Il Silicon Valley Technology Venture Launch Program (TVLP) parte da queste considerazioni.
Dare la possibilità a chi è nato fuori la Silicon Valley di conoscere, durante due settimane intensive, la sua speciale cultura e sviluppare relazioni uniche.
Il programma unisce a una formazione di alto livello, un lavoro di gruppo per creare un business plan, e opportunità di networking con investitori, imprenditori e consulenti della Silicon Valley, oltre a visite a grandi aziende, startup e incubatori.
Silicon Valley TVLP è un programma internazionale, pensato per chi vuole create un nuovo business (ricercatori, giovani imprenditori, manager, imprenditori interessati al venture capital) o per chi vuole trasformare un’impresa esistente in globale (sfruttando le connessioni della Silicon Valley con tutto il mondo). Si svolge in inglese con docenti americani appartenenti alle più prestigiose università della Silicon Valley che uniscono conoscenze di business e di tecnologia, e hanno personalmente preso parte alla nascita di nuovi progetti imprenditoriali. Contribuiranno imprenditori, consulenti e investitori che operano con aziende di successo.
L’appuntamento è in Silicon Valley dal 20 luglio al 2 agosto 2014 ma per partecipare è necessario superare una selezione ed essere tra i 20 fortunati che saranno ammessi. Il primo gruppo di domande è stato chiuso con successo, mentre i ritardatari possono candidarsi entro il 16 maggio. Tutte le informazioni sono sul sito www.tvlp.co .