Accade ancora. Purtroppo accade ancora che la donna, da qualcuno, venga considerata sua proprietà privata.
Di lei, del suo corpo, dei suoi sentimenti, della sua anima costoro credono di esserne i padroni.
E guai se la donna non obbedisce. Maschi infantili, testardi, violenti, incapaci di stabilire rapporti alla pari. Incapaci di vivere un amore che si dona. Uomini – trappola. E povere quelle donne che hanno avuto la sfortuna di innamorarsi di un maschio del genere. Accade sovente che paghino con la vita l’ errore commesso. “ Femminicidio” è il termine che in Italia viene usato per descrivere questi delitti assurdi. A me non piace, lo trovo riduttivo.
Al centro c’è la “ femmina”. Non credo che renda onore alla donna, alla sua bellezza, alla sua intelligenza, alla sua capacità di amare e di donarsi. Nel mondo sono ancora tantissime le donne uccise da uomini che pur giuravano di amarle. Si parla di amori malati, amori maledetti, amori criminali. Ancora errori madornali. Le parole vanno pensate, pesate, pronunciate con parsimonia. “Amare” è tra i verbi più belli che sulla terra si possono coniugare. E l’ amore questi uomini dispotici e violenti non lo hanno mai provato, mai vissuto. Meglio sarebbe parlare di relazioni malate, maledette, criminali.
Afragola è un grosso centro del Napoletano. In questo paese ai confini con la provincia di Caserta, un giovane di 23 anni sta scontando una detenzione domiciliare. Il suo disagio maggiore, però, deriva dal fatto che la sua ex fidanzata ha iniziato una nuova relazione con un diciassettenne. Lei, ormai, è una ragazza libera. L’ uomo ai domiciliari, però, non la pensa allo stesso modo, non sopporta che la “ sua” donna esca con un altro. Il solo pensiero lo tormenta. Lui la ritiene sua, crede gli appartenga di diritto. È, appunto, sua proprietà privata. E come tale va gestita. È a lui, al maschio, che, eventualmente, spetta di decidere se e quando concludere la relazione. A lei non è concesso. Lei deve obbedire, sottostare agli ordini. Anche se non è più la sua ragazza. Anche se la loro breve storia è ormai finita.
No, lei non è – e mai potrà essere – libera di gestire i suoi sentimenti. E quell’ altro? Come si è permesso di innamorarsi di lei? Non sapeva a chi era legata prima? Merita una lezione. Una pesantissima lezione. Detto fatto. Aiutato da cinque “amici”, il pregiudicato progetta un piano diabolico. Lui non può uscire di casa perciò saranno loro a portaglielo. Scatta la trappola. Vanno, lo trovano, lo invitano a salire in auto, lo portano al luogo dell’ appuntamento. Lui scende e lo massacra fino a farlo morire. O, almeno, così crede. L’ assassino ordina poi agli amici di disfarsi del corpo dello sventurato e rientra in casa soddisfatto. Giustizia è fatta.
Uno dei complici, un ventunenne, che ha partecipato al brutale pestaggio e ha provveduto a occultarne il corpo, però, non trova pace. La coscienza gli rimorde. Chissà perché, non è convinto che quell’ adolescente condannato a morte, sia davvero morto. Si fa forza e, da solo, ritorna in campagna per un controllo. E qui scopre che il ragazzo è vivo. Respira ancora. E fa una cosa stupenda. Riscopre la sua umanità. Ritorna a essere un giovane normale. Si fa prossimo del nemico di poche ore prima. Abbraccia quel corpo martoriato, lo carica in auto, lo trasporta in ospedale. Da brigante sanguinario a samaritano buono. Sa che quel gesto di ritrovata umanità non gli sarà perdonato. Sa che per quella azione veramente bella dovrà pagare un prezzo alto. Non gliene importa. Ha fatto la cosa più giusta, più nobile che potesse fare. È contento di aver salvato la vita a quel coetaneo innocente. Sente gonfiarsi il petto di qualcosa cui non sa dare un nome, ma che gli fa tanto bene.
È contento di dimostrare al mondo che anche dalla trappola più asfissiante si può uscire. Adesso è in carcere. Sconterà la sua pena. Questa vicenda orribile intrisa di inaspettata luce si chiude qui. Il diciassettenne innamorato l’ ha passata brutta ma, grazie a Dio, è vivo. Impariamo tutti che senza il rispetto della libertà altrui, mai potrà svilupparsi quel sentimento incredibilmente bello che chiamiamo amore. E ricorrere alle minacce, alle intimidazioni, alla violenza per tentare di ottenerlo, prima di renderci simili alle bestie ci rende ridicoli. Agli occhi di tutti. In particolare agli occhi della donna che vorremmo conquistare.