”Ci siamo portati avanti attirando un sacco di critiche 25 anni fa perchè facevamo sperimentazione e immagine, e questo per noi è un anno molto buono”: il direttore di Vogue Italia Franca Sozzani racconta con entusiasmo che per il magazine è un ottimo momento, in controtendenza con quanto accade per l’editoria in generale. Sozzani è a New York per la settimana della moda e per prendere parte ad una serie di eventi, tra cui quello organizzato insieme all’Agenzia Ice e intitolato ‘Italian Style: 8 short videos X 8 long stories’.
”È una questione di ricerca – continua – come avviene nella moda per gli stilisti”. E proprio in occasione della mostra su otto grandi designer italiani, il direttore spiega che l’acquisizione di nostri marchi da parte di brand stranieri non rappresenta una sorta di inquinamento del Made in Italy, ma anzi una sua valorizzazione, che crea un effetto positivo per la moda del Belpaese.
”Prendiamo Bottega Veneta, consideriamo quanto fatturava prima e quanto fattura oggi. Si produce sempre in Veneto, il prodotto è sempre Made in Italy. La questione non è chi possiede, ma che cosa fa e come. E se lo fa nella salvaguardia di quella che è l’immagine del marchio e dell’italianità, ben venga”.
Sozzani è certa del grande valore del nostro Paese. E, assicura, non si tratta di campanilismo. ”Il valore dell’Italia è riconosciuto in tutto il mondo, non solo qui in America – spiega – Per esempio, noi faremo una Vogue experience a Dubai.
Potevano scegliere qualsiasi Vogue, magari di lingua inglese, e invece hanno scelto il nostro magazine, questo perchè vogliono la nostra creatività”. ”È sintomatico – aggiunge – Non c’è nessun Paese al mondo che ha un concentrato così alto di grandi marchi.
A volte è la comunicazione che manca, ma ultimamente le cose stanno migliorando. E noi abbiamo due asset come creatività e qualità, che nessuno ha insieme”.
Per quanto riguarda invece l’iniziativa realizzata con l’Agenzia Ice, con la presentazione degli abiti di otto ‘mostri sacri’ della moda italiana – Valentino, Giorgio Armani, Versace, Fendi, Missoni, Gucci, Dolce Gabbana e Prada – raccontati da altrettanti artisti attraverso dei cortometraggi, spiega che l’idea e quella di uscire dalle righe e dagli schemi.
‘È l’interpretazione che danno di loro otto giovani filmaker che vengono da tutto il mondo, perchè la creatività non può essere relegata ad un solo Paese”, chiosa.
Per Franca Sozzani questa vuole essere un’iniziativa globale: ”perché – conclude – io penso che la moda sia globale”.