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A tutta B ma non a Palermo, dove l’odio rende amara la passione
22 Lug 2017 10:59

Sta per cominciare una stagione difficile per il Palermo.

Non solo per via dell’amara retrocessione dalla serie A ma anche (e soprattutto) per le tensioni attorno alla società di proprietà di Maurizio Zamparini.

È nota, anzitutto, la lunga ‘telenovela’ dell’acquisto non avvenuto del Palermo da parte dell’ex iena Paul Baccaglini.

Eppure, l’italo-americano per tanto tempo è andato in giro per la città, incontrando istituzioni e tifosi, con la spavalderia di chi pensava di avere già fatto l’affare prima del closing. Ma non si dovrebbe mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Baccaglini, invece, lo ha fatto e il senso di presa in giro è forte.

Invece, alla fine tutto si è rivelato un grande bluff: la proposta dell’italo americano è stata rispedita al mittente da Maurizio Zamparini, perché il primo non ha dimostrato di avere le garanzie idonee all’acquisto.

Insomma, mentre la squadra si sta allenando a Bad Kleinkirchheim, a una parte dei tifosi non interessa seguire l’avvicinamento della squadra alla prossima stagione, dove l’obiettivo sarà tornare in serie A nel giro di 10 mesi ma dimostrare la propria rabbia, esasperata ed esasperante, nei confronti di Zamparini.

L’imprenditore friulano ha commesso vari errori negli ultimi anni, è vero ma a Palermo si respira un’aria pesante: gli insulti e finanche le minacce sono all’ordine del giorno, rendendo amara la passione per il calcio rosanero.

I tifosi vanno sì compresi, perché delusi, ma è inconcepibile che alcuni ultras del Palermo promettano proteste anche violente.

A Zamparini, poi, va dato un merito che non si può dimenticare: aver dato dignità calcistica alla città.

Sì, perché prima degli investimenti dell’imprenditore calato dal Nord, il Palermo mancava dai palcoscenici del calcio maggiore da oltre due decenni.

Con Zamparini, invece, non solo una dozzina di anni in serie A – finanche con posizioni di vertice – ma anche un finale di Coppa Italia e partecipazioni all’Europa League. Tutte cose che a Palermo non si erano mai viste.

Per non parlare, poi, dei talenti che hanno vestito la maglia rosanero: Luca Toni, Javier Pastore, Paulo Dybala, Franco Vasquez, Edinson Cavani e tanti altri!

Insomma, in questo post sarebbe stato divertente scrivere sulla preparazione della squadra, sui nuovi acquisti, sulle speranze e le voglie di riscatto di chi l’anno scorso ha vissuto sulla propria pelle la ‘tragedia’ della retrocessione.

Eppure, scusate, la voglia non c’è. È più forte il dispiacere e la rabbia per il clima di odio che mette potenzialmente a repentaglio anche il desiderio dei genitori di portare allo stadio i propri figli per vivere 90 minuti di spettacolo, perché, al momento, manca perfino il senso di sicurezza.

Legittimo criticare la società ma non con l’odio.

Perché chi riesce a provare questo sentimento nel calcio, non è uno che cerca nel pallone il divertimento ma un modo per scatenare le proprie frustrazioni e le rabbie sociali.

E costoro dovrebbero fare un grosso piacere a chi ama il pallone: starsene a casa.


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