A Bari la tazzina di caffè è la meno caro d’Italia. Se il prezzo si aggira sugli 80 centesimi, al di sotto della media nazionale, nel rione Libertà si arriva 50 centesimi, e in alcuni casi anche a 49. Mettendo mezzo euro in più ci si assicura la colazione completa con un cornetto artigianale.
Basso anche il prezzo dei cappuccini che non superano l’euro e 20 centesimi. Alcune caffetterie per premiare i clienti hanno organizzato anche il sistema delle tessere a punti: raggiunta una soglia di bollini scatta in regalo una colazione completa con succo di frutta incluso.
In città si contano almeno 2mila caffetterie, molte delle quali collocate sulla stessa strada e a pochi metri di distanza. Una concorrenza spietata che spesso miete vittime: dopo 6 mesi di apertura alcune hanno abbassato subito la serranda. “Colpa delle liberalizzazioni selvagge – spiega Nicola Pertuso, segretario provinciale del Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi – E’ assolutamente un male lavorare in queste condizioni di sottocosto. C’è gente che si improvvisa e apre bar senza avere le competenze. Il prezzo così basso è anche un grido di dolore perché tra tasse, costi delle miscele e del personale, bisogna puntare sulle tazzine. La caffetteria costituisce il 75% del fatturato di un singolo bar”.