La storia di Federica ha toccato il cuore di tutti noi. Adesso deve toccare anche la mente, per fare in modo che si possa dare una risposta corale a tutti i bambini che vivono in condizioni di difficoltà, perché diversamente abili, mettendoli nelle condizioni di andare a scuola, studiare, gioire e soffrire come tutti gli altri bimbi.
Federica non può stare in classe, ma vuole studiare. Questo diritto le va riconosciuto e lo Stato deve garantirlo in modo sistematico e puntuale ad inizio anno, senza dover ricorrere ogni volta a soluzioni eccezionali e tampone.
Grazie al giornalista del Corriere della Sera Alessio Ribaudo questa storia ha rotto il silenzio, è venuta alla luce e si è trasformata in un’istanza di civiltà che deve trovare al più presto una soluzione normativa.
Prima l’interrogazione, poi il disegno di legge. Tappa dopo tappa, l’impegno continua.
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