Il 22 marzo del 1731, due giorni il disastroso terremoto che aveva distrutto la città di Foggia e provocato migliaia di morti, la Madonna dei Sette Veli mostrò per la prima volta il suo viso ai foggiani. Accade al Convento dei Cappuccini, che sorgeva fuori l’abitato, lungo la via per San Severo.
Il sacro tavolo dell’Iconavetere era stato portato lì per preservarlo da altri possibili crolli.
Quel prodigio si rivelò decisivo per aiutare i foggiani a superare quel terribile momento. Da allora, mai più nessun foggiano sarebbe morto per un terremoto.
Tra i testimoni oculari di quell’evento straordinario vi fu l’arciprete don Nicola Guglielmone, Prima dignità del Capitolo della Chiesa Collegiata, sessantenne. Convocato dal Luogotenente, sotto giuramento, rese la testimonianza che segue.
Tra i testimoni oculari Succeduto il flagello del gran terremoto a’ 20 Marzo circa l’hora nove e mezza, per lo quale, stando fra gli altri edifici abbattuti la Chiesa Collegiata e Matrice aperta e con pericolo di cadere, dove si venerava la sagra Immagine sotto il titolo dell’Iconavetere dipinta, secondo la tradizione sopra legno su tavola e coverta nella parte superiore di veli al numero di nove incirca, la quale sagra Immagine, come cagion d’origine di questa città è venerata da principal Protettrice, per liberarla dalle rovine, stimai bene, come capo del Capitolo, farla trasportare il giorno appresso del flagello nella chiesa de’ RR. PP. Cappuccini, sita fuori le mura di questa città, meno patita delle altre chiese.
Nel giorno poi del 22, Giovedì Santo, portatomi nel largo avanti detta chiesa de’ PP. Cappuccini per celebrarvi la Messa solenne e farvi la Comunione generale, nel mentre si preparava I’altare nel detto largo, fui chiamato da alcuni devoti cittadini, dicendomi, che compariva il volto di Maria Vergine nel tondo situato nella parte superiore di detta sagra Icone, coverta di veli, cosa che mai per lo spazio di circa sette secoli s’era veduta.
Accorsi immediatamente in detta chiesa, dove stava essa sagra Icone e fattone uscire il popolo ,che chiedeva con continue lagrime grazie, rimasi io col P. Guardiano de’ Cappuccini con un altro Padre e feci calare la sagra Immagine dall’altarino, dove stava, sopra d’un banco per osservare più da vicino se si vedeva il sagro volto di Maria in esso tondo di circa un palmo e mezzo di circonferenza, converta di veli negri, essendo il di più del tavolone alto circa sette palmi e largo tre incirca, coverta di diverse vesti di drappo, oltre I’ultima veste di tela d’argento, ed infatti nell’accennato tondo vidi chiaramente il volto di Maria SS.ma con distinzione di tutte le sue parti insieme con detti Padri, nonostante I’ impedimento de’ veli negri, che ci caggionò somma tenerezza, devozione e lagrime per un tal prodigio giammai in tanti secoli accaduto, dandoci gran confidenza nel flagello sofferto, di forma che essendo stato richiesto dal popolo accorso appresso all’accennata apparizione, che tuttavia continuava, del mio sentimento e parere, con tutta fiducia francamente dissi: ch’era segno della protezione di Maria Vergine, colle parole divine: “Ostende faciem tuam et salvi erimus” (Rivela il tuo volto e saremo salvi, n.d.c.).
Dopo di che essendo vie più concorso il popolo per la voce pubblicata della sagra apparizione, cominciai a celebrare la Messa solenne, nella quale feci un sermone al popolo e poi la Comunione generale, e, fra questo mentre continuava I’apparizione.
Il giorno poi di Sabato Santo essendosi fatta :una processione di penitenza da tutto il Clero con gran concorso di popolo per nuovamente celebrare in detto altare nell’accennato largo de’ PP. Cappuccini, feci cavar fuori della chiesa la sacra Icona e collocarla sopra detto altare, dove v’intervenne non solo tutto il popolo, ma anche il Sig. Presidente e Governatore della Regia Dogana di questa città D. Carlo Ruoti, il Sig. Preside e Governatore dell’Armi della Provincia di Lucera all’ora in questa città, il Mastro Giurato ed altri Governanti, oltre molti altri Gentiluomini e Religiosi di vari Ordini di questa città, accorsi a venerare essa sagra Icona e pregarla per la sua protezione e soccorso, e collocata già essa sacra Imagine nel detto altare, e prima della Messa e nel celebrarsi e dopo celebrata si fe’ di bel nuovo vedere il sacro volto di Maria non solo da detti Sigg/ri Ministri, Governanti, Galantuomini e Religiosi, ma anche da quasi tutto il popolo, come mirante esso popolo, e risguardarlo, cosa, che apportò tenerezza, lagrime e consolazione a tutti, sebbene di tempo in tempo si ritirasse il sacro volto e si nascondesse sotto de’ veli, poi di bel nuovo compariva e si faceva vedere da ogni lato, che miravasi, distinguendosi il suo viso or più or meno delicato e bello, colla distinzione delle sue parti e così ha continuato a farsi vedere specialmente nel giorno della Domenica in Albis, che essa sacra Imagine con solenne processione di penitenza col concorso di tutto il Clero Secolare e Regolare, Regi Ministri, Governanti di questa città e Popolo tutto fu trasportata dalla detta chiesa de’ PP. Cappuccini per intorno la città nel largo del Piano di questa città avanti la chiesa della Congregazione della SS/ma Annunziata sotto il titolo di S. Giovanni, dove essendosi collocata in un altarino io feci un breve sermone al popolo animandolo a ricorrere alla protezione di Maria SS/ma, ed in atto, che da me si sermoneggiava, si fe’ nuovamente vedere esso sacro volto, specialmente da’ detti Regi Ministri e Governanti, e finito il sermone feci trasportare la sagra Imagine nella detta chiesa di S. Giovanni e collocarla sopra l’altare maggiore di detta chiesa, dove già collocata s’è compiaciuta da tempo in tempo farsi vedere da ogni ceto di persone così cittadine come forastieri, portatosi a venerare essa sagra Imagine, e così tuttavia va continuando, siccome è notorio in tanto a’ cittadini, quanto a’ forastieri.
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