Gli stessi che si indignano per gli 80 euro di Renzi dati ai lavoratori con un reddito sotto i 15mila euro, si indignano per il dato emerso ieri secondo cui 10 persone in Italia guadagnano quanto 500mila operai.
Saranno pure pochi 80 euro ma significa aiutare proprio gli stessi operai e i lavoratori dipendenti. Attenti, l’ingiustizia sociale è molto più forte, il 10% degli italiani ha in mano il 50% della ricchezza, il che è molto più ingiusto del dato uscito oggi. 80 euro saranno anche pochi ma è il primo segnale a fasce sociali in difficoltà che hanno perso il potere d’acquisto.
Tocca a noi vigilare e incalzare il governo affinchè si faccia di più in questa direzione: aumento delle pensioni basse, taglio di quelle sopra i 3000 euro, rilancio degli investimenti per creare lavoro ai giovani precari o che non ne hanno mai avuto uno.
Io capisco coloro i quali non hanno mai visto la povertà vera e considerano 1000 euro all’anno una sciocchezza, ma chi ha le ferite della privazione economica sulla propria pelle capisce bene che equivale ad una mensilità di stipendio in più all’anno.
Dovreste vedere cosa ha significato per me dover lavorare per pagarmi gli studi durante le superiori e l’università, mi sono privato di molto, anche dell’adolescenza. Ed io sono fortunato rispetto a tanti coetanei che alla mia stessa età sono ancora a mani vuote.
Allo stesso tempo trovo assurdo il polverone contro Piero Pelù. Il circuito mediatico ha iniziato a scaraventare ingiurie contro il cantante per le sue affermazioni durante il concerto del 1 Maggio.
Non trovo giusto questo approccio, se si governa bisogna accettare critiche sempre e comunque, anche se chi critica è miliardario. Altrimenti cadiamo nel pensiero unico, ma per uscire dalla stagnazione economica e culturale del paese non abbiamo di un solo pensiero, ma di tanti pensieri e di tante voci, anche di quella di Pelù.
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