Accade a Cassino. Dal 1994. Quest’anno dal 2 all’8 settembre. Promossa da Fondazione Exodus, la comunità fondata da don Antonio Mazzi. Si chiama Mille giovani per la pace. Terrà assieme giovani del territorio e altri provenienti da ogni parte d’Italia che, lo zaino in spalla e la speranza nel cuore, condivideranno un’esperienza educativa e formativa che punta a promuovere il loro protagonismo attraverso la conoscenza e l’approfondimento di valori universali come la pace, la fraternità e il dialogo.
http://www.youtube.com/watch?v=e_LbP4FI46Q
Come racconta Luigi Maccaro, responsabile di Exodus Cassino, “non violenza, giustizia, libertà, pace, diritti umani, lavoro, responsabilità, speranza: i ragazzi saranno chiamati a confrontarsi su questi valori per metterli alla base del loro impegno quotidiano contro la violenza, le mafie, la censura, il razzismo, le guerre, l’egoismo e la paura. In questo contesto, la città di Cassino, attraverso la sua rete di scuole e di organizzazioni del terzo settore, può diventare uno straordinario Laboratorio Educativo Permanente per la promozione di questi valori che rappresentano la vera risposta alla crisi, una crisi culturale prima ancora che economica”.
Detto che se avete voglia di partecipare almeno a qualcuna delle tante iniziative che si terranno intorno a quattro grandi aree tematiche, ovvero Educazione alla Pace (Cantiere di formazione), Graffiti music café (Il cielo è sempre più blu), Sport for peace (Costruire legami di fratellanza) e Il lavoro che cambia (L’Italia delle opportunità) non avete che da visitare la pagina con il programma completo, aggiungo che al di là dell’evento quello che mi piace di più, quello che più di ogni altra cosa vale, è il lavoro quotidiano, quello che ogni giorno, per 365 giorni all’anno, dà senso all’impegno che tiene assieme le donne e gli uomini che a vario titolo (lavoro, volontariato, stage, ecc.) portano avanti la comunità e le donne e gli uomini di ogni età che alla comunità chiedono una mano per ritrovare se stesse/i, la propria dignità, la propria voglia di rimettere le loro vite nelle proprie mani, con tutte le difficoltà, le incoerenze, i passi avanti, e indietro, che percorsi e processi come questi comportano quando sono reali, veri.
Perché sì, “l’Italia se la sta dimenticando la fatica che ci vuole per fare il pane, per tirare su un ponte, per raccogliere i pomodori, per costruire un’automobile. Qui a furia di frullarsi la testa con la televisione certa gente pensa che viviamo nel mondo del mago Copperfield, puff e le cose appaiono come dal nulla. E invece dietro ogni cosa ci stanno la capacità, l’impegno, la fatica di quelli che la fanno”.
Ecco, il mio vuole essere soprattutto un elogio al lavoro quotidiano, il lavoro normale, l’etica del lavoro ben fatto, insomma quella cosa che ha portato la comunità ad accettare una nuova scommessa, ad allargare ulteriormente il proprio campo di attività, a sperimentare l’avvio della Bottega Exodus Ahref di Cassino con l’obiettivo di: far emergere una realtà spesso sconosciuta o conosciuta male, raccontata in prima persona dai protagonisti, i ragazzi e gli operatori della comunità; sviluppare riflessioni e iniziative intorno al giornalismo partecipato e allo storytelling; creare e rendere operativa una piccola redazione giornalistica; produrre contenuti multimediali (giornalismo e storytelling).
No, non c’è bisogno che crediate a me per capire che quella scommessa difficile è stata vinta, guardate piuttosto un pò del lavoro prodotto in questo anno sotto la direzione di Alessio Strazzullo, quello che trovate sulla piattaforma Timu e quello che trovate sulla piattaforma Issuu, con la pubblicazione del mensile cartaceo, il cui terzo numero, quello in uscita per la Mille Giovani, sarà interamente realizzato dalle donne e dagli uomini della comunità, compreso l’editoriale firmato da Giorgia Nazzaro.
Ecco, tutto questo mi piace molto, e non perché un poco ho contribuito pure io, ma perché mi piace l’idea che informazione e partecipazione possano contribuire a ridare senso, consapevolezza e futuro a persone che le loro vite stanno cercando di riafferrarle con i denti, persone che hanno sensibilità, testa e cuore per dire qualcosa di importante innanzitutto a sé stesse e poi anche agli altri, qualcosa di importante costruito con il lavoro, con l’impegno, con il sacrificio. Cose normali. Cose di ogni giorno. Cose che l’Italia dei Carosello non ha voglia di far vedere. Cose vere. Cose per l’Italia che vuole uscire dalla crisi.
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