La titanica operazione di recupero della Concordia, che ha catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo, ci ricorda che la tecnologia funziona solo con persone competenti e appassionate del loro lavoro.
La capacità di programmare tutto nei dettagli, ma anche l’elasticità e l’affrontare l’imprevedibile, così come la tensione e la forza del lavoro in squadra sono elementi essenziali per affrontare, oggi e domani, le sfide della competitività e del progresso.
Mi piace pensare che gli ingegneri, i tecnici, i marinai e tutti i volontari che hanno lavorato a questa impresa siano lo specchio dell’Italia che vogliamo. L’Italia del “ben fatto”.
Un‘Italia di persone preparate che sanno conciliare mani e ingegno e risolvono problemi senza lamentarsi e senza cercare i riflettori. Questa Italia non nasce a caso, ma si forma e cresce nelle aule delle nostre scuole, già dai banchi delle elementari fino ai laboratori degli istituti tecnici e delle università.
Il “ben fatto” della Concordia va a riscattare lo shock di quella notte di gennaio, colossale figuraccia (con tragiche conseguenze) di un Paese che ha sempre fatto dell’arte navale il suo vanto e il suo orgoglio. Una vicenda da non dimenticare.
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