Tra il 1980 e il 1983, prima della nascita di molti di voi, fecero la loro comparsa nelle case di mezzo mondo i primi home computer. Non ci crederete, ma quando dico mezzo mondo dico pure il Molise. All’epoca nessuno vendeva home computer nel Molise, perciò i miei genitori mi comprarono un Texas TI-99/4A su Postal Market.
Il Ti-99 era una macchina di alto profilo: il processore girava a ben 3Mhz e montava una RAM di serie di 16k, un lusso. La risoluzione a schermo (quello televisivo, ovviamente) era di 256×192 pixel con 16 colori. Una gran bella macchina con un solo difetto: non c’era nessun modo di salvare il lavoro.
I fortunati possessori di Commodore, il Vic-20 prima e il C<64 più tardi, avevano il registratore a cassette incluso nel prezzo: avete capito bene, registratore a cassette. All’inizio nessuno di noi capiva niente di cosa facessero questi cosi, perciò dovevi andare in edicola e comprarti una rivista; nelle riviste (MC – Microcomputer, Radio Elettronica e Computer, BIT, ecc.) c’erano i listati in BASIC di applicazioni e giochi per le varie macchine. Quindi andavi a casa, ti ricopiavi tutte le righe di programma, numerandole attentamente, digitavi RUN per far girare il software controllando che tutto funzionasse, e poi potevi salvare. Cioè, gli utenti Commodore salvavano sul loro registratore a cassette incluso, quelli come me invece niente.
Il TI-99 aveva la possibilità di salvare su un registratore a cassette, ma il cavetto di collegamento era praticamente introvabile. Così le possibilità erano due: o si digitava il listato tutte le volte daccapo, oppure si lasciava acceso il computer. Per un lungo periodo, credendo che fosse dannoso lasciare la macchina accesa, ogni giorno digitai decine di migliaia di righe, imparandole a memoria, comprendendone il significato; le chiamate di caratteri orizzontali e verticali, le condizioni if/next/else/or, i salti di riga, l’impostazione delle stringhe…
Paradossalmente, la mancanza di capacità tecnologica mi rendeva più capace dal punto di vista dell’apprendimento. Certe volte penso che se avessi avuto quel cavo (multipolare da 9 sul lato computer e con tre jack sul lato registratore, una cosa che forse producevano solo in qualche vecchia fabbrica di Dallas) non avrei mai imparato le basi dell’informatica, e la mia intera esistenza sarebbe stata molto diversa.