Un paio di giorni fa la mia vicina di casa, a Londra, è stata rapinata in strada.
Due uomini l’hanno scaraventata a terra mentre lei portava fuori il cane, davanti casa all’ora di cena; la tenevano ferma a terra, le hanno strappato di dosso i gioielli e sono scappati.
Come lo so? Me l’ha detto la Polizia.
Non sa che sono una giornalista: ha messo un foglio dentro la buca della posta, cosí come ha fatto con gli altri vicini, e mi ha raccontato cosa è successo.
Ha aggiunto altri dettagli: l’orario preciso, la via ed il numero civico dove c’e’ stata la rapina, il colore della pelle dei due aggressori. Ovviamente non so il nome della mia vicina – che non conosco, come molti in zona – e non so un sacco di altri particolari (cosa le hanno rubato? Com’è andata esattamente? E il cane? ma questo c’entra poco). Privacy massima.
Il punto è che la Polizia – che si trova giusto giusto dietro l’angolo – ha chiesto la mia collaborazione e quella dei miei vicini, nel caso qualcuno avesse visto qualcosa di strano e quindi utile alle indagini (per la cronaca: ero fuori quella sera) aggiungendo altre info: il nome e il cognome dell’ispettore che si sta occupando del caso, la sua email e tutti i contatti per parlare al telefono direttamente con lui.
Di più: a scrivere questo messaggio è stato lui in persona, in calce alla lettera ha scritto qualcosa come “Se hai più info contattami”. Insomma, la polizia locale si presenta con nome e cognome, mi spiega che c’e’ stato un crimine proprio dove vivo io (i delinquenti ci sono dappertutto), mi dice che se ne sta occupando e che c’e’ bisogno dell’aiuto reciproco per trovare i colpevoli.
Non so se questo tam tam funzionerà e se i due aggressori la faranno franca o meno. Non penso neanche sia consolatorio per la signora col cane (esperienza terribile, immagino). Però mi sembra un modo efficace di far sentire i cittadini più sicuri. Io mi ci sono sentita, immediatamente.
Anche da noi ci sono i delinquenti e ci sono i poliziotti che li acchiappano: spesso i criminali fanno rumore – le conseguenze dei loro attacchi sono evidenti – e invece il gran lavoro di sicurezza delle Forze dell’Ordine è più efficace quando è invisibile (se non attraverso i media, e con le dovute eccezioni).
Ma, ecco, non mi pare di aver mai visto niente di simile dalle nostre parti, e questo biglietto della Polizia mi ha fatto stare bene.
Forse è una cosa troppo inglese per funzionare da noi, ci penso da un po’.
Ve l’immaginate l’ispettore Maccarrone che mette una carta del genere nella buca delle lettere in Corso Italia?