La regola.
Quando fallisce la politica i conflitti degenerano in guerra.
La comunità internazionale, Europa inclusa, la Francia, la Germania, l’Italia con la sua inconcludenza, ha lasciato che la stagione delle primavere arabe finisse male, preferendo il calcolo e la convenienza, gli affari e il petrolio. Quattro anni sprecati.
Ora il gioco è sfuggito di mano e l’orrore e lì a poche centinaia di chilometri dalla Sicilia. E tutti a invocare la guerra ineluttabile.
Eppure, ancora oggi, senza la politica, l’occidente rischia di affondare nella palude del suo cinismo.
Guglielmo Minervini
Nato nel 1961, è professore di Informatica nelle scuole superiori e Direttore Editoriale della casa editrice la Meridiana. È sposato e ha due figli: Camilla e Nicolò. Inizia a fare politica con l'impegno nel mondo del volontariato, dalla parte dei bambini e delle donne del centro storico di Molfetta. Nel 1985 fonda la Casa per la Pace e diventa consigliere nazionale di Pax Cristi. Dal 1994 al 2000 è sindaco di Molfetta. Nel 2000 riceve il premio nazionale "Luciano Lama" conferito ai sindaci delle migliori amministrazioni comunali. Nel 2005 è eletto in Consiglio Regionale.
Il Presidente Vendola lo nomina Assessore alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva. Sotto il suo mandato nasce la legge sulla trasparenza, il bando sul riuso dei beni confiscati alla mafia, la legge sullo sport per tutti, la riorganizzazione degli uffici regionali e Bollenti Spiriti, progetto di formazione e lotta al precariato e alla disoccupazione giovanile che, nel 2013, sarà premiato a Bruxelles come uno dei due progetti italiani di buona amministrazione a livello europeo.
Rieletto in consiglio regionale nel 2010, viene riconfermato nella nuova Giunta con la delega alle Infrastrutture e ai Trasporti. Dopo il rimpasto della primavera 2013, è nuovamente Assessore alle Politiche Giovanili, Immigrazione, Trasparenza e Legalità. Da qui nuove iniziative tuttora in corso, tra cui un'edizione di Bollenti Spiriti per il recupero dei NEET e il progetto di chiusura del Ghetto di Rignano Garganico con la contestuale nascita di nuovi punti d'accoglienza, per dare ai migranti che operano nella raccolta del pomodoro condizioni di vita e di lavoro degne di questo nome.
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