Stop ai piatti ‘simil-italiani’ che evocano la mafia e i suoi protagonisti: dal caffè Mafiozzo, ai sigari Al Capone, dalla pasta Mafia, agli snack Chilli Mafia, dall’amaro Il Padrino, al limoncello Don Corleone, fino alle patatine intinte nella Sauce Maffia e alla pasta condita con la “Sauce Maffioso”, il business è incontenibile e diffuso in tutto il mondo, “rappresentando un insulto alle vittime vere di Cosa Nostra e un danno di immagine importante al nostro Paese”.
E’ il messaggio lanciato dal presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel presentare “l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” che farà studi, analisi, comunicazione e proposte sull’agromafia, fenomeno che ha raggiunto rilevanti dimensioni con un fatturato stimato in 14 mld di euro.
Moncalvo sarà il presidente dell’Osservatorio “ma il vero punto di forza – sottolinea il presidente di Coldiretti alla presentazione a cui sono intervenuti anche il ministro della giustizia Andrea Orlando e il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – sarà affidato al Comitato Scientifico, presieduto dal procuratore Giancarlo Caselli. “Con l’Osservatorio – spiega Caselli – intendiamo individuare le presenze e gli interventi delle mafie sul versante agroalimentare. E non presteremo attenzione solo alle mafie ma ad ogni opacità che mette a rischio l’ambiente e la salute del consumatore”.
La mafia ha una “grande capacità pervasiva anche nel settore agroalimentare – osserva il ministro della giustizia Andrea Orlando -, sia attraverso forme di estorsione, sia con l’acquisizione attraverso fiduciarie di quote rilevanti nelle imprese, sia con infiltrazioni nelle filiere del trasporto e della commercializzazione dei prodotti, un fenomeno che produce anche pesanti effetti distorsivi della concorrenza e del mercato”.
Orlando annuncia anche che il governo intende lavorare sul versante dello sfruttamento della manodopera, soprattutto quella immigrata, e sul reimpiego dei capitali. Anche il ministro Martina, nel definire “intollerabile” l’attacco al made in Italy con i piatti ‘mafiosi’ (ma ci sono anche i pubblici esercizi sfruttare il ”brand Mafia’ come la catena spagnola di ristoranti ‘La Mafia‘, oltre a innumerevoli ristoranti e pizzerie intitolati a ‘Cosa Nostra’), rimarca che “l’attività delle istituzioni e del ministero nei prossimi mesi si sforzerà di guardare in faccia anche queste pieghe che non possiamo accettare”.
Martina osserva anche come il ministero “lavora ogni giorno a favore dei produttori onesti, quel pezzo enorme dell’agroalimentare che costituisce un’eccellenza straordinaria dell’economa nazionale”.
Il fronte della legalità in particolare è ritenuto decisivo dal ministro, “non a caso – sottolinea – è stata attribuita una delega specifica sul fronte agromafie, per la prima volta al Mipaaf, al nostro viceministro Andrea Olivero”