Una rete culturale per le persone che amano i musei. E che poi, potrebbero finire per amarsi tra loro. L’hanno già ribattezzata la “Tinder dei musei”: è Muzing, l’app che permette di connettersi a tutti coloro che si trovano nelle vicinanze e sono interessati alle stesse mostre e agli eventi che accadono negli spazi culturali.
Il museo Madre di Napoli
Al momento, la app è diffusa solo in Francia, a Londra e a New York ma è pronta a sbarcare anche in Italia: sarà il museo d’arte contemporanea Madre di Napoli la prima istituzione italiana a essere coinvolta da Muzing. “Abbiamo iniziato la nostra avventura italiana con il Madre, una realtà consolidata, riconosciuta a livello internazionale, sia sul piano artistico che su quello della partecipazione e della comunicazione digitale”, ha spiegato Timothy Heckscher. L’obiettivo, per il team che lavora a Muzing, è proprio quello di far vivere il museo come un luogo di condivisione, promuovendo le attività e le mostre in corso e coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Il team
Perché la tecnologia può aiutare anche a trovare qualcuno con cui recarsi al museo. “Merito” del team dell’azienda francese Culturaliv, che ha inteso il museo come un luogo adatto (anche) per trovare nuovi amici e magari un nuovo partner. A mettere a punto l’idea – e presentare l’app, lo scorso 23 settembre – sono stati lo statunitense Timothy Heckscher e i suoi colleghi francesi Aurélie Hayot e Fabien Brossier.
Come funziona
La modalità di utilizzo è molto simile a quella di Tinder: si scarica la app (già disponibile sugli store), si inseriscono alcuni dati e si cercano profili di altri utenti in linea con i propri interessi. L’obiettivo è semplice: andare al museo assieme. Quando ci si registra, si inseriscono alcuni dati personali obbligatori (come per altri social e app il nome, la data di nascita e una fotografia) e si comunicano al sistema le proprie intenzioni. Oltre a una breve descrizione personale, vanno infatti inserite le preferenze in fatto di uomini o donne, in quale fascia d’età, e se al museo si vuole andare per fare amicizia, oppure per trovare la futura anima gemella.
I profili
Solo a quel punto arrivano le domande più specifiche: il sistema chiede ad esempio anche il “ritmo” della visita al museo, ovvero se soffermarsi su ogni singola opera o seguire il passo e la volontà della persona con cui ci si incontra al museo. Poi, il passaggio decisivo: come avviene su Tinder, Muzing comincia a far vedere profili di persone che potrebbero incontrare i gusti di chi sta scegliendo il proprio “partner culturale”, si scorrono i profili e poi si può cominciare a chattare con chi ricambia l’interesse.
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