L’Italia, Paese del gusto e della conoscenza, deve avere più consapevolezza del valore trainante che ha il settore primario che incide per il 17% sul Pil, e crea opportunità di lavoro ‘fighe’ per i giovani.
Per far crescere l’agricoltura, e pensarla come sistema economico, serve tuttavia sburocratizzazione, il raddoppio dell’internazionalizzazione, più educazione al buono e bello, formazione.
E quella che fa il Gambero Rosso è un fiore all’occhiello per supportare il Made in Italy all’estero”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo alla tavola rotonda sulla formazione enogastronomica promossa dal Gambero Rosso.
La formazione, ha sottolineato il presidente dell’Ice Riccardo Monti, “è un passo della promozione. Dobbiamo far sì che fidelizzi i nostri interlocutori e stiamo spingendo per la creazione di una grandissima scuola di respiro nazionale e internazionale. L’Ice sta inoltre lanciando un corso con grandi chef e iniziative informative su come si utilizzano i prodotti italiani in cucina presso importanti catene
della distribuzione moderna in Cina”.
“Dopo aver temuto la globalizzazione e pensato in piccolo – ha lamentato il presidente di Confindustria Mario Guidi – occorre un cambio di mentalità che ci deve portare a una strategia di sistema Paese e ciò non può prescindere dalla formazione e dalla innovazione. Va in tal senso il boom delle immatricolazioni ad Agraria, corso universitario che è stato capace di gemmare in tante rivoli di specializzazioni. Innovarsi e aggiornarsi è fondamentale.
L’agricoltura non è più luogo di lagnanze, ma un buon investimento, il settore tra i più promettenti per fare impresa”. La formazione continua è una formula vincente anche per il presidente dell’Unione Italiana Vini Domenico Zonin: “è sbagliato tagliare la formazione con la crisi, bisogna anzi alzare la testa e guardare cosa fanno gli altri. Oggi vince chi si specializza; non è più tempo per il tuttologo; non vince il campione del mondo vincono le squadre” ha concluso Zonin.