Sono offensive e inutili le parole che il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha pronunciato durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo.
E` incomprensibile la confusione tra le responsabilità dei Paesi da subito contrari alle proposte di accoglienza dei rifugiati, come Ungheria e Slovacchia, e dei Paesi che invece da anni e in solitudine affrontano il fenomeno epocale e inarrestabile della grande migrazione, provvedendo al salvataggio e all’accoglienza dei migranti, come ha fatto l’Italia.
E` sbagliato strumentalizzare il dramma di chi scappa dalla guerra per tornare a costruire muri, trasformare l’Europa in una fortezza chiusa nella sua stessa paura o chiedere più di ogni cosa il rafforzamento delle frontiere esterne.
Occorre fare un passo in avanti nella condivisione della responsabilità sull’accoglienza con regole comuni rispettate da tutti, superando la litigiosità o l’immobilismo legati alla difesa di interessi nazionali.
L’unica strada possibile rimane quella della condivisione della responsabilità e del sostegno a chi fa di più: chi accoglie avrà di più anche in termini di risorse dall’Ue.
Parallelamente occorre attivare un giusto equilibrio di incentivi e pressione per rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi sui rimpatri. L’Ue proponga da subito un patto di collaborazione con gli stati disponibili all’accoglienza su base volontaria in cambio di vantaggi derivanti dal trasferimento di maggiori risorse e da un’applicazione flessibile patto di stabilità. In tal modo l’Europa nella sua interezza potrà fra fronte alla sua responsabilità storica, porre le basi di una nuova crescita contrastando pericolosi impoverimenti demografici.
Con i miei colleghi mi farò promotore di questa proposta nella sede del Parlamento Europeo.