Leggo, decine di articoli e dichiarazioni che ricordano Peppino Impastato.

Le trovo quasi tutte piuttosto normali (e non è un complimento). Ma l’idea che se ne parli mi piace.

Spero che questo porti tanti ragazzi a interrogarsi sulla storia di Peppino. Scoprirebbero che è stato protagonista quasi solitario di una vicenda umana che non ha termine di paragone alcuno. Peppino dimostrava ogni giorni che non basta essere contro le mafie, che non è sufficiente dire anche apertamente: “la mafia è una montagna di merda“. Per lui bisognava essere conseguenti.

Per Peppino l’antimafia non è, e non può essere, uno slogan. L’antimafia, e più in generale la cultura della legalità, è uno stile di vita. Una scelta faticosa di coerenza con se stessi prima ancora che con gli altri. Attilio Bolzoni, grande maestro di questo mio mestiere, mi dice sempre che per diventare un bravo giornalista esiste una precondizione: bisogna essere persone perbene. Ecco l’insegnamento più grande che ci ha lasciato Peppino.

Bisogna essere innanzitutto persone perbene. Come lo era lui.