Il tempo di partire, il tempo di restare, il tempo di lasciare, il tempo di abbracciare…
Così canta Capossela e le sue parole mi sembrano quanto mai attuali…
Credo che questo sia il tempo degli eroi con la “e” minuscola, di chi nella vita magari non è mai stato propriamente “un cuor di leone”, ma che i suoi sogni nel cassetto li ha sempre avuti e ha pensato che, in quanto tali, andassero lasciati lì, nel fondo di un cassetto.
Il tempo di tutti quelli che hanno alzato il volume ogni volta che quella “vocina” ha cercato di farsi sentire e sono rimasti li indifferenti e un pò storditi, ma forti delle loro certezze. E adesso che quelle certezze, economiche e lavorative di sicuro, ma anche sociali, culturali e personali, non ci sono più, devono correre ai ripari.
Ma credo non si tratti solo di questo. E cosi gente che cambia città, Regione, Nazione, gente che resta e riparte da zero e si reinventa ogni giorno e, certo, spesso si tratta di scelte sofferte e obbligate, ma non per tutti e non solo. Per tanti, ma anche se fossero pochi non sarebbe meno importante, il crollo di queste certezze sta diventando la possibilità di contemplare un’alternativa, di dare ascolto a quella “vocina”, di fare quel famoso salto nel vuoto che, adesso, visto da più in basso, sembra meno profondo.
Certo è solo uno dei milioni di modi di vedere le cose, ma è quello che ogni giorno osservo in tante persone che mi stanno intorno o che mi stanno lontane o che raccontano la loro storia su un blog o su un giornale…e forse vale la pena di raccontarlo, per tutti quelli che sono lì a chiedersi se valga la pena di tentare, che temono ancora il mare aperto pur vedendo che la barca affonda o che, pur sapendo già cosa fare, aspettano, emozionati, di riuscirlo a dire.
Ed è per tutto questo che, in questo caos generale, in questo momento di grandi cambiamenti, ogni tanto mi guardo intorno, faccio un sospiro e mi scappa un sorriso…
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