In questi ultimi mesi in tanti mi hanno sollecitato perché partecipassi alle primarie per la scelta del candidato Presidente per le prossime elezioni regionali. Nelle ultime settimane, anche inaspettatamente, tante persone che stimo hanno insistito, con diverse argomentazioni, chiedendomi di candidarmi per la terza volta. Nello stesso senso, in una pagina Facebook si sono raccolte molte migliaia di adesioni.
Ringrazio tutti, ancora una volta, per questa calorosa dimostrazione di fiducia e per il sostegno ricevuto, ma, per diversi motivi, ho preferito non candidarmi.
Non mi sono candidato perché ho sempre ritenuto che la nostra presenza nelle istituzioni non deve essere per sempre, e dieci anni alla Regione mi sembrano un giusto limite. Le idee e i progetti politici sono necessariamente patrimonio collettivo, e in tanti sono chiamati a rappresentarli e portarli avanti.
Non candidandomi, ho anche voluto dare un contributo al superamento delle troppe divisioni che agitano la vita del Pd sardo e che spesso ne limitano l’agire politico. La gravità dei problemi del Paese e della Sardegna impongono a tutti noi il costante riconoscimento del primato degli interessi interessi generali sulle nostre piccole o grandi ambizioni personali.
Sosterrò con convinzione la candidatura di Francesca Barracciu, perché possa vincere le primarie e battere Cappellacci o chi per lui alle prossime regionali.
Anche come donna, e col sostegno di tutti noi, Francesca sarà capace di riprendere il percorso di rinnovamento della regione e della politica sarda che con tante speranza avevamo avviato insieme nel 2004, e che è stato interrotto nel 2009.
In questi ultimi mesi, su alcune questioni come le modalità di immediata attuazione dei Referendum approvati dai cittadini sardi o le diverse tecniche di promozione della parità di genere in politica, ci siamo trovati su posizioni diverse. Ho avuto modo di discutere con Lei anche di questo e le incomprensioni sono state superate. Per entrambi fa premio il lungo percorso fatto insieme fin dagli inizi del nostro impegno politico. E ancor più fa premio la consapevolezza che le divisioni sono fatte per essere superate e mai cristallizzate o, peggio, trasformate in risentimento.
È ora di rimettere al centro il cambiamento. È ora di riprendere il cammino perché una Sardegna nuova è possibile. E ora di stare uniti.
Coraggio a Francesca e a tutti noi.