Quando sono stato a Sedilo, per parlare di lingua sarda, ho voluto svolgere il mio intervento in campidanese.
E’ la lingua con cui sono cresciuto in famiglia.
Ma ho avuto modo di conoscere anche altre varianti del sardo, sperimentando in pratica “sa limba de mesania”.
E da presidente della Regione, mi sono interessato al dibattito sulla lingua radunando attorno ad un tavolo i maggiori esperti e promuovendo soluzioni possibili per un utilizzo diffuso, anche a livello ufficiale, della lingua che esprime la nostra identità. Una lingua normale, come giustamente sottolinea Giuseppe Corongiu nel suo ultimo libro.
Cosa può fare oggi il PD rispetto a questo tema?
Nella mia idea il Partito democratico sardo dovrà riprendere le fila di questo discorso, aprendosi alla società là dove essa sta e parlando come parla la gente.
E dovrà chiedere con forza, dopo vent’anni di attesa, la ratifica del documento europeo sulle lingue minoritarie.
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