Il verbo “Donare” è bellissimo. Donare è dare senza essere costretto da niente e da nessuno. È privarti di qualcosa che ti sei guadagnato con il sudore della tua fronte e metterlo in altre mani. Se il dono fosse obbligatorio non sarebbe più dono ma qualche altra cosa. Si donano le cose. Si dona il proprio tempo. Si dona la preghiera. Si dona la vita.
La colletta del 18 settembre che si terrà nelle chiese cattoliche è un invito ai cattolici, e a chi ritiene che sia bene, a donare qualcosa per i fratelli e le sorelle terremotati. Nessuno è obbligato a farlo. La colletta non è una tassa. Si può andare a Messa e non partecipare alla raccolta. Si possono mettere pochi centesimi nel cestino. Si può donare di più. Si può non andare a Messa. La solidarietà con chi soffre non vuol dire deresponsabilizzare lo Stato dai suoi doveri. Vuol dire farsi accanto a chi in questo momento è nel dolore. Per dirgli. «Non sei solo. Conta su di noi. Siamo con te». Donare fa bene a colui che dona e a chi quel dono riceve. C’è un tempo per ogni cosa. Anche per le polemiche inutili. Il dolore unisce. Il diavolo divide. Lasciamoci affratellare dal dramma che ha sconvolto la vita di tanti nostri fratelli e sorelle. Dio benedica tutti. Padre Maurizio Patriciello.