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In questo caos c’è il rischio di una restaurazione

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La cosa che temo di più è la restaurazione.

Fuori c’è il caos, i licenziamenti, la monnezza, i servizi che mancano, la disoccupazione, le scuole che non funzionano.

E’ come se tutto concorresse in un’unica direzione. Una direzione disperante. Dietro il disordine c’è chi lavora alacremente ad appiccare il fuoco, chi lo alimenta ad arte. E si incrociano telefonate, incontri, “consigli” più meno velati, più o meno istituzionali.

Poi c’è l’isolamento delle voci fuori dal coro, l’insulto, l’agguato. Pezzi dello Stato che vengono indeboliti con sistematica determinazione.

Si andrà poi verso la seconda fase, quella del negazionismo spinto… dei tutti colpevoli nessun colpevole, delle responsabilità che si perdono nelle nebbie del bisogno diffuso, dell’egoismo necessario, della ricerca della sopravvivenza in proprio.

Alla fine arriverà la restaurazione, perchè “in fondo tanto male non si stava”, perchè “il perdono è la via da seguire”, e “almeno c’era una speranza”. Lì, in quel momento esatto, avremo perso. Definitivamente.

“Le mafie non hanno bisogno di complici, gli bastano i cretini”, diceva Falcone. E i cretini, ovviamente, non si sentono mai tali.

Foto: Luigi Alfieri 2011

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Published by
Giuseppe Baldessarro