Caro Dario Stefàno, Con il progetto Bollenti Spiriti abbiamo rovesciato l’approccio, trasformando i giovani da problema a risorsa, da destinatari passivi a protagonisti attivi. Gli abbiamo addirittura chiesto di prendersi cura della Puglia. Di aiutarla a ritrovare la strada mentre provavano a tracciare quella della loro vita.
Questo investimento di fiducia ha liberato un vulcano di energie. E con poche risorse, pochissime. Quando siamo partiti, le politiche giovanili non esistevano nell’agenda dei governi e nemmeno nelle azioni previste dai Fondi Strutturali. Non esistevano. In pochi anni, la forza di un’intuizione ha scavato un torrente. Eppure non basta. Bollenti Spiriti non è solo il titolo evocativo di una politica di successo. E’ molto di più. E’ l’indicazione di un metodo di governo. Di un’idea della politica. Di un modo di fare le cose. Mettere al centro le potenzialità delle persone, riconoscergli fiducia, restituirgli potere. Insomma liberare le energie e le risorse diffuse della comunità.
Le istituzioni che aiutano i cittadini a fare. Che si rendono utili ai cittadini. Una sfida rivoluzionaria, perché rovescia l’approccio. La politica che tratta le persone come adulti che decidono e non come ragazzini che obbediscono. Pensa se cominciassimo a curare la sanità così: non partendo dal sistema ma dai suoi committenti, che sono le persone, i cittadini. Pensa se la partita dello sviluppo e del lavoro, in questa fase difficilissima di cambiamento, muovesse dalla sfida di trasformare la Puglia nel più avanzato laboratorio di innovazione del paese, una sfida da scrivere insieme con tutte le energie vitali e positive della nostra comunità. Pensa se, persino su un tema ostico e incandescente come quello dei rifiuti, lanciassimo la scommessa di una Puglia sostenibile cui convocare tutti i comitati locali di base, che hanno accumulato competenze pregiate in questi anni di impegno civico, per stabilire insieme un piano condiviso per fare della Puglia una regione pilota. E così via. Sulle infrastrutture, sul governo del territorio, sul dissesto idrogeologico. Sulla questione cruciale della prossima programmazione strategica 2014-2020, con le ultime risorse comunitarie.
Insomma, se si vogliono cambiare le cose, sul serio e profondamente, allora bisogna mettere al centro le persone. Questo ho capito dalla lezione di Bollenti Spiriti. Ed è per questa ragione che non basta l’uomo solo ma serve una comunità intera. Ad esempio, quella dei pugliesi.
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