La parola ‘crisi’ per i cinesi è scritta con il segno del pericolo e dell’opportunità, diceva J.F. Kennedy. Linguisticamente non sarà proprio corretto, ma la metafora calza davanti a un giovane professionista campano che per dare una svolta al periodaccio che stiamo vivendo decide di salire a bordo di un pedalò per raccontare la costa pugliese e le storie di chi la vive. Nasce così il progetto Apulia slow coast.
http://www.youtube.com/watch?v=xXOlQiOvEC0?rel=0
Nelle prime due settimane di settembre, l’architetto Michele Guarino, 35 anni trapiantato in Puglia da quasi un lustro per amore e per lavoro, pedalerà con la giusta lentezza dalle acque adriatiche di Marina di Lesina nel foggiano fino a quelle ioniche di Ginosa nel tarantino per guardare la Puglia da un’altra prospettiva, dal mare.
A sostegno del progetto anche una campagna di crowfounding che ha messo insieme 1000 euro donati dalle zone più disparate dell’Europa e dell’Italia: “Posti in cui abbiamo vissuto – racconta Gianluca Sciannameo, filmaker documentarista e presidente della cooperativa Camera a Sud di Molfetta (BA) – che sia in Inghilterra o in Spagna, a Bologna o Milano, abbiamo amici e colleghi che hanno deciso di sostenerci. Ma la sorpresa è la Polonia, seconda solo all’Italia per visualizzazioni del nostro promo, forse grazie a una colonia di pugliesi, chissà.
A seguirlo – da terra – un manipolo di filmaker, artisti e comunicatori, tutti idealmente pezzi di un altro pedalò che metteranno insieme il live blogging, i video, le foto, le storie nel sito apuliaslowcoast.it e alla fine soprattutto un film documentario: “Da Michele a me – spiega Gianluca, documentarista di Mola di Bari da alcuni anni stabilitosi a Molfetta – l’idea è maturata fino a coinvolgere una serie di professionalità: giovani grafici, copywriter, un’attrice, un personal trainer e tutto quello di cui avevamo bisogno basandoci sulla nostra rete di conoscenze personali e trovando tutto intorno a noi”.
In ogni tappa Michele sarà affiancato da un ospite diverso che pedalando con lui racconterà il suo pezzo di costa: “La Puglia è ricca di storie interessanti – continua Gianluca – cercheremo chi ha saputo prendere le caratteristiche di questa regione ed esaltarle trasformandole in eccellenze”. Un esempio è il caso del progetto Life+ sulla costa di Mola, 20 km a sud del capoluogo: “Trasformare il problema della poseidonia spiaggiata in risorsa per l’agricoltura – dice il filmaker – è proprio l’approccio che cercheremo tra gli spaccati di vita che incontreremo, mettendo in conto che non sempre c’è il lieto fine: incapperemo negli scempi ambientali che costellano la nostra costa e li racconteremo”.
C’è chi è stato in Spagna, come il pedalatore Michele che si è laureato in architettura a Napoli per poi seguire la sua compagna in Puglia. C’è chi ha girato l’Europa e il nord Italia per studio e per lavoro. La ciurma di Apulia slow coast ha scelto di restare al sud, dopo aver riempito lo zaino di conoscenze nuove e scoperte: “Partire – dice Sciannameo – è positivo, si allargano gli orizzonti, si creano connessioni: è un modo per vedere come certe cose altrove si fanno meglio e perché funzionano”.
Tornare per rimanere però si può. Lo dimostra l’esperienza di Camera a Sud presieduta da Gianluca Sciannameo che da alcuni anni mette insieme competenze diverse: “Ci adattiamo al territorio che viviamo – racconta il documentarista – proviamo a capire di cosa ha bisogno, evitando di applicare modelli rigidi. Se vogliamo anche migliorare il posto in cui viviamo dobbiamo essere trasversali, contaminare gli strumenti e i linguaggi portandoli nel racconto, la formazione, la produzione audio-video… ci vuole capacità di adattamento e voglia di sporcarsi le mani”.
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