Parte dall’incontro di uomini, storie e valori il percorso di costituzione del coordinamento regionale della Calabria di ACI (Alleanza Cooperative Italiane), la nuova centrale cooperativa che unirà in un unico e ancor più rappresentativo soggetto AGCI, Confcooperative e LegaCoop.
Il cammino verso l’unità, già in atto a livello nazionale da qualche mese, che porterà a breve alla formazione di un coordinamento calabrese condiviso tra i tre soggetti, inizia da Catanzaro, dove nella sede di Confcooperative Calabria i tre presidenti regionali: Ferdinando Verardi di AGCI, Camillo Nola di Confcooperative e Giuseppe Pellegrino di LegaCoop, assieme ai dirigenti regionali dei diversi settori in cui operano le tante cooperative calabresi, ai direttori delle associazioni e ai consigli di presidenza, hanno dato vita ad un primo confronto, che portasse ciascuna realtà a conoscere le altre, così da aprire un dialogo e tracciare un profilo comune della cooperazione in Calabria, dei suoi limiti, delle sue risorse, dei bisogni e delle opportunità per i cooperatori e i territori.
Fondamentale nelle parole di tutti appare ridare nuovo slancio al movimento cooperativo in Calabria, unendo le forze e cominciando a fare rete in maniera ancora più vigorosa e partecipativa, così da dare vita tutti insieme ad un soggetto capace di rappresentare le istanze dei tanti cooperatori calabresi a livello politico e istituzionale, ma ancor più di dare risposte chiare e in tempi brevi alle “domande” che arrivano dai territori.
Tutti e tre i presidenti, seppur ognuno con accenti differenti, hanno rimarcato come oggi nella condizione in cui versa l’intero Paese, sia necessario per il movimento cooperativo un’unificazione, per avere un gruppo dirigente più forte e coeso in grado di valorizzare l’esperienza cooperativa. Pellegrino (LegaCoop) sottolinea come la futura unione possa rappresentare un segnale per avviare un nuovo modello cooperativo e far percepire le sostanziose ricadute della cooperazione sui territori; mentre Verardi (AGCI) mette l’accento sulla maggiore visibilità da dare al modello cooperativo, troppo spesso sottovalutato (soprattutto dai giovani) e in molti casi sconosciuto; infine, Nola (Confcooperative) chiosa affermando che le cooperative fanno “profitto sociale”, poiché non producono solo ricchezza, ma benessere e ricadute positive nei territori in cui operano. I tre presidenti regionali, convengono che questo modello è l’unico che può portare la Calabria fuori da questa crisi e ridare speranza ai territori.
La cooperazione calabrese, dunque, riparte unita dalla voglia di fare rete e dall’unione sana di storie ed esperienze, che seppur differenti devono rappresentare occasione di arricchimento e crescita per tutti, così come lo sono state le ore di confronto di quest’oggi; primo mattone per costruire la nuova casa della cooperazione calabrese e nazionale.