Lavoro è una delle parole che fanno da colonna sonora alle nostre vite.
Per quanto mi riguarda cominciò con la distinzione di mio padre tra “il lavoro preso di faccia”, quello fatto con rigore e passione, e “il lavoro fatto ‘a meglio ‘a meglio”, quello che invece no.
Ma funziona allo stesso modo per lo spazzino londinese di cui racconta Sennett che il lunedì mattina ripercorre a ritroso la strada che ha appena pulito e si compiace del lavoro ben fatto.
Per gli artigiani di Siano, in provincia di Salerno, che sull’uscio delle loro botteghe scrivevano “Ciò che va quasi bene … non va bene”.
Per il papà di Steve Jobs che, come racconta Walter Isaacson, aveva inculcato al figlio “un concetto che gli era rimasto impresso: era importante, gli aveva detto, costruire bene la parete posteriore di armadi e staccati, anche se rimaneva nascosta e nessuno la vedeva”.
E voi? Raccontate qui la vostra esperienza di lavoro ben fatto. Scriviamo assieme la colonna sonora delle nostre vite.