Andate in Afghanistan o Iraq o Siria (io ci son stato per ragioni professionali) e vi sentirete orgogliosi di essere italiani per lo straordinario lavoro umanitario di donne e uomini straordinari come Greta e Vanessa.
Tutto il resto è scimmiottare la politica romana che si spella le mani coi suoi sacerdoti compiti che prima applaudono per la liberazione di due italiane e un istante dopo tolgono i paramenti per trasformarsi in bande di vajasse ululanti che fingono di accapigliarsi sul presunto pagamento di un riscatto che viene solennemente smentito da un ministro della Repubblica.
A proposito: il sacro rispetto per la vita dove è finito? Abbiamo la pancia piena e la mangiatoia bassa non riusciamo più a capire che due ragazze possano sentire la necessità di andare a fare del bene là dove occorre.
Non mi dà pena affrontare discussioni sulla opportunità o meno di pagare riscatti ma avvertire il fastidio delle parole di chi dice “Cosa sono andate a fare li? Se la sono cercata”.
È come se io dicessi “Cavolo ma ci sono così tanti idioti nel mio Paese che avrebbero goduto a vedere le due ragazze sgozzate o decapitate in diretta tv?”.
Tranquilli Greta e Vanessa non torneranno mai più in quei posti.
Sono devastate da dolore e paura. È dalle nostre ironie e dibattiti.
Sono ragazze normali, dunque speciali.
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