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Giustino Fortunato oggi sarebbe considerato un sudista…

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Se Giustino Fortunato fosse vivo, ogni giorno sarebbe accusato di propalare balle, dicendo che “eravamo, il 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L’unità ci ha perduti” (lettera a Pasquale Villari). E che i “fratelli d’Italia” che aveva atteso con tanto entusiasmo si erano rivelati “porci più porci dei maggiori porci nostri” (lettera a Benedetto Croce).

Invece, approfittando della morte del grande lucano, qualche potente professore della storia che hanno deciso di poterci raccontare, facendo a meno di quella che, a loro avviso, potrebbe guastarci il piacere di essere trattati da cittadini di serie B di uno Stato di diritto (nel senso che alcuni hanno un diritto e mezzo e altri mezzo) si commuove e ci rimprovera con don Giustino “prima della delusione”, tacendo su don Giustino dopo che si era reso conto della fregatura.

Nessuna curiosità su quel che direbbe l’apostolo di Rionero sul fatto che, in un secolo e mezzo, non è stato ancora portato il treno per Matera (magari quando avranno finito, al Nord, di far indigestione con la Tav a costi decuplicati a chilometro, rispetto al resto d’Europa).

Don Giustino, oggi, da quelli stessi che lo usano a metà, sarebbe chiamato neoborbonico, nostalgico, sudista.

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Published by
Pino Aprile