Il voto si avvicina, ormai mancano solo undici giorni. Ma il disorientato la bussola non l’ha ancora trovata. Si guarda intorno, cerca ovunque, ma niente. Ha cercato in ogni dove, anche nella Casa del Fascio, ma pure là non si capisce granché.
Leggi. Le riflessioni di un disorientato (parte 1)
Da quelle parti dicono e scrivono di voler “difendere la famiglia tradizionale”. In ogni città si leggono 6×3 con il volto del capo politico e una scritta del genere a caratteri cubitali. Bene, magari qualcuno dei 18 milioni di disorientati potrebbe pure trovarsi su questa linea. Però c’è un però. Non ci vuole Sherlock Holmes o l’Ispettore Derrick per attivare un percorso mentale – più che un’indagine vera e propria – e capire che no, il capo politico, proprio quello che parla di difesa strenua e totale della famiglia tradizionale, una famiglia l’ha fondata pure lei, ma ultramoderna: una bimba e un compagno, altro che tradizione.
Poi magari il 4 marzo è sempre più dietro l’angolo. Il nostro disorientato ha quasi deciso che vabbè, nonostante il suo ardente desiderio di mettere la croce sul simbolo di un partito che lo rappresenti appieno, magari si può pure chiudere un occhio sul fatto della famiglia e votare qui. E invece arriva il ciclone Fanpage, che scopre il Vaso di Pandora sulla questione rifiuti in Regione Campania. E chi ci trovi nel vaso, oltre a De Luca, Iacolare e compagnia bella? Per l’appunto – per interposta persona – uno dei “patrioti”, tale Luciano Passariello, candidato come capolista alla Camera nel collegio di Secondigliano. Uno che, a leggere i verbali di un’intercettazione ambientale contenuti in un decreto di perquisizione firmato dai pm Fulco e Woodcock, avrebbe ricevuto l’aiuto di due clan camorristici alleati – i Bidognetti di Casal di Principe e i Cimmino del Vomero –, “che aiutando oggi il consigliere regionale si sarebbero procurati la sua futura riconoscenza, che sarebbe poi stata concretamente espressa attraverso l’affidamento di appalti”.
Punto e a capo. Il disorientato stava per sedersi, invece continua a vagare per casa. “Dov’è la mia bussola?”.
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