Pensierino per il premier Renzi e piccolo spunto per noi italiani.
Una mia amica mi ha spiegato che cosa significa provare a fare impresa in Italia.
Lei ci prova da donna assieme ad una sua amica.
Credo ora di aver capito anche meglio perché siamo un Paese mafioso fino al midollo. E credo di aver capito meglio di quanto lo avessi già compreso cosa significa Gomorra o camorra. Lei ha voluto investire una somma importante per aprire un locale notturno. Non importa dove. L’ha fatto.
Ha creato posti di lavoro, molti precari ma comunque persone che possono contare su un reddito a fine mese. Ebbene questa mia amica ha dovuto affrontare una via crucis burocratica che a spiegarla non basterebbe un libro e a digerirla occorrerebbero chilogrammi di Malox. Certificati, richieste, attestati, documenti, notaio, commercialista, consulente del lavoro, permessi del Comune, della Provincia, della Regione, dei Vigili del Fuoco, l’agibilità, la sicurezza, l’iscrizione nel registro Asl, la Siae, i vigili urbani, la polizia, le tasse e altri 53 adempimenti burocratici che fanno venire i brividi per l’inutilità e la indispensabilità. Senza una cartuscella non si apre.
Poi però, dopo questa via crucis, arriva il momento più complicato. Avere a che fare con la camorra, le camorre quotidiane. Quelle camorre che si consumano sotto gli occhi di tutti, che fanno parte del vivere d’oggi. Il politico che ti impone il tecnico tizio. Il burocrate che ti fa capire che la pratica va avanti prima se si fa un regalo a Caio.
Il funzionario che ti spiega dove e come investire i soldi per fare pubblicità così stai sereno e non hai problemi. L’agenzia di pubblicità rivale che viene a minacciarti perché hai investito dalla sua concorrente e dunque devi aspettarti chissà quale ritorsione. Un po’ come fanno i camorristi, quelli che però hanno davanti a loro le solite due strade obbligate: viale del Riposo Eterno e/o Grand Hotel Poggioreale.
Poi c’è il giornaletto locale con lo scribacchino di turno (con regolare tesserino dell’ordine dei giornalisti) che se non fai pubblicità sulla sua carta straccia comincia a minacciarti di scrivere chissà cosa contro di te dimenticando che in Italia c’è il codice penale e che è previsto il reato di estorsione.
Insomma, uno schifo che quando questa mia amica me l’ha raccontata ho capito perché va fatta una battaglia violentissima contro la burocrazia malata, la politica sporca e certi scribacchini cagnolini da riporto del potere malato che sporcano la nostra quotidianità.
Noi siamo persone migliori, persone perbene, certe cose non le dobbiamo consentire. Siamo un paese che ha una sana e robusta Costituzione, buone leggi e grandi passioni per sconfiggere questa feccia che sporca la quotidianità e la normalità di ognuno di noi.
Alla mia amica ho detto: brava. Lei si che ha avuto gli “attributi”. Quelle che mancano a tanti maschietti ricattatori, mestatori, poveracci che fingono di avere un ruolo in questa società malata che contribuiscono a insozzare e a renderla com’è: Gomorra. Gomorra non è Scampia, non è Napoli, non è un luogo fisico ma comportamenti, mentalità, subcultura.
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