Per combattere l’emergenza idrica, arrivano i droni alla caccia di perdite nel Canale Principale.
L’attività straordinaria, unica esperienza in Italia, ha permesso la verifica di un tratto del Canale Principale interessato da dissesto, senza dover interrompere il flusso e quindi senza disagi per la popolazione, soprattutto in questo momento di perdurante siccità che sta ponendo a dura prova il sistema idrico potabile gestito dall’Acquedotto Pugliese.
Due giorni di intenso lavoro – spiegano dall’AqP – hanno impegnato decine di lavoratori e personale tecnico altamente specializzato, che attraverso gli occhi elettronici di un ROV (Remoted Operated Vehicle), un sommergibile a comando remoto dotato di videocamera rotante a colori ad alta risoluzione e sistema sonar, hanno acquisito preziosi dati che permetteranno la pianificazione di interventi per il risanamento del Canale.
L’attività ha interessato un tratto del Canale Principale, l’arteria che per prima, oltre cento anni fa, ha portato in Puglia l’acqua delle sorgenti del Sele. L’eccezionale opera, sin dai primi anni dalla sua realizzazione, per le caratteristiche costruttive e le condizioni geotecniche dei terreni attraversati, ha presentato fenomeni di dissesto, anche molto gravi, si pensi ad esempio al terremoto del 1980, e necessitato a più riprese di interventi manutentivi.
Finora, l’attività ispettiva ha richiesto la interruzione del flusso e veniva svolta da tecnici. La tecnologia ROV sperimentata oggi con successo, presenta indubbi vantaggi: maggiore sicurezza per i lavoratori che non devono più introdursi nel Canale e minori costi.
Secondo l’ultimo dato rilevato dall’ISTAT, il tasso di perdita lineare delle reti pugliesi (34,7% m3/km/gg) è sostanzialmente inferiore al valore medio nei capoluoghi di provincia italiani (50% m3/km/gg).