“La cultura è incompatibile con le mafie, dà la sveglia alle coscienze ed é uno dei peggiori nemici dell’illegalità“. Don Luigi Ciotti presenta così l‘8/a edizione di ‘Libero cinema in libera terra‘, la rassegna itinerante, che porta il cinema nelle terre confiscate alle mafie e restituite alla legalità.
Un tour che quest’anno, oltre a percorrere l’Italia da Nord a Sud toccando luoghi simbolo in otto regioni, aggiunge due tappe estere. Il via il 18 giugno dal Parlamento europeo di Bruxelles, che per il secondo anno consecutivo patrocina l’iniziativa, poi 18 date in Italia fino al 18 luglio (da Genova a Pollica, da Rimini a Bitonto, passando per Galbiate, Polistena, Scansano Jonico) e infine la chiusura a Parigi il 3 ottobre, in coincidenza con la Settimana della Carovana antimafie di Libera.
L’iniziativa festeggia anche un traguardo importante: la 100/a tappa, il 10 luglio a Portella della Ginestra, in Sicilia, con una proiezione evento al centro ippico “Giuseppe Di Matteo“, un’area confiscata al boss Brusca e restituita alla comunità grazie alla cooperativa Placido Rizzotto-Cento Passi.
Un mese intenso, durante il quale il Festival, promosso da Cinemovel Foundation con la presidenza onoraria di Ettore Scola, assente alla presentazione per i postumi di una caduta, e da Libera, propone una selezione di 10 film, due dei quali stranieri, che affrontano temi legati alla lotta per la legalità e contro il crimine organizzato, ma anche la difesa dei diritti umani e il sostegno ai valori morali e sociali.
E allora sfilano opere come Bellas Mariposas di Salvatore Mereu, Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, La nave dolce di Daniele Vicari, che sarà proiettato al porto di Brindisi in ricordo del drammatico sbarco di circa ventimila albanesi a Bari, nel 1991.
La programmazione è completata da El impenetrable di Daniele Incalcaterra, da The house I live in di Eugene Jarecki (documentario nominato all’Oscar), The Gatekeepers di Dror Moreh, L’Intervallo di Leonardo Di Costanzo, Terra Matta di Costanza Quatriglio, Il sangue verde di Andrea Segre, Alla luce del sole di Roberto Faenza.
“Si parla tanto di lotta alle mafie e alla criminalità – ha tuonato Don Ciotti – ma proprio in un momento così l’illegalità cresce. Ci sono meccanismi che alimentano mafie e malaffare come la corruzione pubblica. E la politica non è stata in grado in questi anni di costruire percorsi di legalità. A vincere sono ancora lobby e poteri forti. C’é bisogno di fare emergere le positività, di dare una svolta. Anche a livello legislativo. E bisogna parlare meno di diritti e più di dignità umana, che vuol dire inclusione, accoglienza. La povertà dovrebbe essere illegale“.
Dal 15 giugno, e fino a metà settembre, Libera porta avanti, sempre a sostegno della legalità, anche ‘E!State liberi 2013‘, oltre 45 campi di volontariato e di studio sui beni confiscati, cui parteciperanno più di 6 mila volontari (un numero che comunque non riesce a soddisfare tutte le migliaia di richieste che arrivano), che con il loro lavoro vanno a supportare le cooperative che operano tutto l’anno su quei territori.