Anche per me la chiusura dell’Unità è stato un brutto colpo. Per tutta una serie di ragioni. Però questa prima pagina mi spiazza e apre domande.
Chi ha ucciso l’Unità?
Mi verrebbe da dire che l’ho uccisa anche io, che non la compravo e leggevo più da almeno dieci/quindici anni.
L’hanno uccisa i lettori, quindi, come per tutti i prodotti che non trovano più acquirenti.
L’hanno uccisa gli inserzionisti pubblicitari, che non la sceglievano più per l’acquisto degli spazi.
L’ha uccisa, quindi, la bassa qualità, o l’inadeguatezza del giornale stesso, incapace di attrarre.
Ma a me questa spiegazione non basta.
Chi ragiona di “giusta fine” per un giornale senza lettori pensa di vivere in un mondo giusto, dove se sei capace, riesci, e se non riesci è perchè non sei capace. Ma a voi sembra davvero così il mondo che vi circonda?
A me, no. Ci sono ottimi prodotti editoriali che nessuno compra. Bravissimi scrittori che nessuno legge.
Bravi giornalisti che nessuno fa scrivere. E poi ci sono pessimi prodotti editoriali che tutti comprano. Pessimi scrittori di successo.
Giornalisti improvvisati e sgrammaticati sempre in prima fila. E allora mi domando: “cosa c’è che non va?”.
Non solo chi ha ucciso l’Unità, ma chi – o cosa – sta uccidendo la cultura e il giornalismo in questo Paese.
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