Il rilancio del Mezzogiorno era una delle priorità indicate dal premier Letta appena ricevuto l’incarico dal presidente Napolitano. L’accelerazione della spesa dei Fondi Ue è lo strumento con cui tentare di agganciare la ripresa del Sud. Sul tavolo ci sono a disposizione 31 miliardi di euro di Fondi europei ancora da spendere per la programmazione 2007-2013 e 69 miliardi per il periodo 2014-2020 ancora da pianificare, 100 miliardi di euro che valgono un’occasione storica e irripetibile per rilanciare l’economia e lo sviluppo del Mezzogiorno, come ha evidenziato in un editoriale scritto per Il Mattino Antonio Galdo.
Secondo Galdo cinque sono gli asset strategici sui quali il Sud deve investire per indirizzare in modo virtuoso le preziose risorse della Ue; cinque filoni di investimento, il cui unico baricentro deve essere individuato nella cabina di regia da affidare alla costituenda Agenzia nazionale per il Sud.
Una parte consistente dei finanziamenti sarà destinato all’ammodernamento del sistema delle infrastrutture, a cominciare dall’Alta Velocità Bari-Napoli, un progetto che può essere cantierato in tempi brevi, e che produrrà effetti positivi anche sull’economia del turismo, insieme con i Beni culturali un giacimento straordinario di risorse e di opportunità per elevare la competitività del Mezzogiorno, a patto che si metta in rete il patrimonio museale, e si programmino interventi strutturali, come nel caso di Pompei.
L’industria manifatturiera, dall’Hi tech all’abbigliamento, dalla meccanica all’aerospazio, è un altro filone strategico per il rilancio del Sud, che potrebbe ambire a diventare il principale polo europeo nella filiera delle rinnovabili, con il potenziamento dei centri di ricerca universitari e dei poli di innovazione tra le imprese.
Altro asset sul quale investire in modo virtuoso è rappresentato dall’agricoltura, tornata ad essere un obiettivo perseguibile anche dei giovani in cerca di occupazione. La crisi ha rilanciato l’interesse verso la campagna, e dopo gli anni della selvaggia speculazione edilizia l’universo agricolo sembra essere davvero tornato di moda, come testimoniano anche i dati del Centro Studi della Coldiretti.
Infine secondo Galdo un ulteriore filone strategico di investimenti deve essere individuato nella riqualificazione urbanistica delle città, con i piani di sviluppo progettati sul modello delle smart cities, e sulla riqualificazione energetica degli edifici. Si aprirebbero, in tal caso, spazi significativi per il rilancio e la riqualificazione delle costruzioni, settore da sempre fondamentale per l’economia delle regioni del Sud.