Signori insegnanti, che applicate le “griglie” di valutazione ‘oggettive’; che pretendete i componimenti siano svolti secondo regole ‘matematiche’ (non più di ventisette righe, esame del testo dentro una schema rigido); che date premi per le traduzioni ‘letterali’, ed al termine ‘giusto’ al ‘posto giusto’…
Vi rendente conto che siete diventati strumento di un sistema che soffoca il libero pensiero?
Che state applicando regole di valutazione, le quali mirano a creare individui inquadrati, abituati a pensare con le parole altrui, a colorare dentro i contorni, rocciosamente convinti che il quindicesimo rigo sia più importante di una decisione sensata e tempestiva, di una forma elegante, o di una idea originale?
Individui che, avendo nella mente soltanto quadrati, non riconosceranno le forme rotonde?
E le vorranno coercibili dentro i loro quadratini?
Che l’educazione è un sottile gioco di risacca, tra la libertà e la disciplina?
Che la disciplina non è un muro invalicabile, un abito da indossare per tutta la vita; ma fondamenta: e che, poi, servono martello, incudine, mantice: strumenti per costruire cose nuove?
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