Dispiace quando una nazione deve affidarsi agli eroi e dispiace anche quando un pezzo di territorio deve affidarsi a uomini di estremo coraggio civile.
Se poi gli uomini di coraggio sono giornalisti, vuol dire che le mafie riescono a incutere una pressione tale che lo Stato, per garantire la libertà d’espressione ed il racconto dell’attualità, deve ricorrere a volte alla tutela fisica.
L’Osservatorio “Falcone-Borsellino-Scopelliti” presieduto da Carlo Mellea, ha voluto riconoscere un premio dedicato a Giancarlo Siani, a dei giornalisti che svolgono la loro attività in luoghi di camorra, mafia e ‘ndrangheta.
Alcuni di essi sono finiti nel mirino delle cosche, come Alessia Candito, che si occupa di cronaca giudiziaria sul “Corriere della Calabria“.
Gli altri sono: il direttore dell’emittente televisiva LaC, Pietro Comito, Pasqualino Rettura del “Quotidiano del Sud“, il siciliano Paolo Borrometi, la salentina Marilù Mastrogiovanni ed al napoletano Arnaldo Capezzuto. Un simbolo, quest’ultimo dei giornalisti vessati da minacce.
I premi saranno conferiti il 14 maggio prossimo a Soverato, ed in tale occasione sarà presentato il libro “Io non taccio – L’informazione che dà fastidio“. Tutto ciò in in convegno dedicato alla figura di Giovanni Falcone.
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