di Oscar Buonamano
Con buona pace dei bastian contrari de noantri, in numero sempre minore a dire il vero, che continuano a cavillare sulla bontà della musica dei Måneskin, i quattro ragazzi romani, dopo aver vinto l’Mtv European Music Awards come migliore rock band, si sono esibiti a Los Angeles agli American Music Awards proponendo Beggin’, singolo con il quale sono al 17° posto nella Billboard 100, la classifica dei singoli negli Usa.
Ethan Torchio, il batterista, è nato l’8 ottobre del 2000, Thomas Raggi, chitarrista, il 18 gennaio 2001, Victoria De Angelis, bassista, il 28 aprile 2000 e Damiano David, il frontman, l’8 gennaio del 1999.
Hanno vent’anni, come il titolo di una delle più belle canzoni contenute in Teatro d’ira volume I, il loro secondo album, e sono perciò giovani, giovanissimi.
Come giovani sono i tanti campioni che in questo 2021 indimenticabile per il Belpaese hanno vinto trofei e riconoscimenti in ogni parte del mondo. Affermazioni che danno lustro all’Italia e nello stesso tempo veicolano un’immagine nuova e migliore del nostro Paese.
Ma torniamo ai Måneskin.
L’aspetto più interessante e nuovo che li caratterizza è che rappresentano, per l’immaginario collettivo italiano e d’oltre frontiera, una versione totalmente inedita degli italiani e delle italiane.
Il loro modo sfrontato di porsi, beata gioventù, lo schierarsi apertamente per la parità dei diritti lgbtqia+ unita alla loro giovane età restituisce una realtà della società italiana che non coincide con gli stereotipi ai quali tutti sono abituati e, soprattutto, acclara che le persone (in numero sempre crescente) non sono in sintonia con la classe dirigente che li rappresenta.
«Quest’anno, in particolare, bisogna andare fieri del nostro Paese per i risultati raggiunti non soltanto da noi, ma da tanti sportivi e personaggi della cultura. Peccato però per i diritti civili, dove continuiamo a rimanere indietro: e invece sarebbe stata la vittoria più importante», ha detto Damiano David a commento dell’ultima, prestigiosa e inedita vittoria, per un gruppo musicale italiano, in un contesto europeo.
E mentre l’Europa e gli Stati Uniti continuano a tributare elogi e riconoscimenti ai giovani virgulti, peones autoctoni in cerca di visibilità e titoli sui giornali continuano a blaterare.
La presenza sulla scena mondiale dei Måneskin sprovincializza il nostro Paese e trasmette la realtà di un Paese che, proprio a partire dalle nuove generazioni, è al passo con i tempi: né avanti né indietro. Al passo con i tempi.
È un bene per i giovani che possono ri-conoscersi e indentificarsi in Ethan, Thomas, Damiano e Victoria e nei valori positivi che veicolano. È un bene per chi giovane non lo è più per ricordarsi che ogni generazione ha i suoi miti, le sue battaglie da combattere per affermarsi e, anche, per esistere.
Un successo di cui essere orgogliosi e fieri e che, per una volta, ci proietta in cima al mondo con un gruppo di giovanissimi. Noi, l’Italia, il Paese dei vecchi per antonomasia.
Adesso lasciamoli crescere in pace e godiamoci la loro musica.
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