Da lazzaretto a fabbrica di sigarette fino a centro polifunzionale. La storia dell’ex Manifattura Tabacchi di Palermo è ancora oggi in fase di scrittura. L’edificio, che alcuni definiscono un esempio di archeologia industriale, è stato infatti inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e la sua trasformazione sarà finanziata con 33 milioni di euro.
In via Simone Gulì, tra i cantieri navali ed il cimitero degli inglesi di Palermo, sorge quello che nel Seicento era stato il lazzaretto della città colpita dalla peste. Nel 1880 la sua prima riqualificazione, con la nascita di una fabbrica di sigarette. Tra i corridoi del fu ospedaletto si muoveva un piccolo popolo di operaie – 688 secondo quanto dichiarato in quegli anni, tutte sopra i 29 anni. Erano loro ad occuparsi della produzione di sigari e sigarette, mentre gli uomini rivestivano principalmente il ruolo di elettricisti, meccanici o capo-reparti.
Le due ciminiere che torreggiavano la struttura sono state fino al 2001 simbolo della produttività cittadina. Poi il settore di produzione dei tabacchi è entrato in crisi, e il complesso è diventato uno scheletro che è stato possibile visitare soltanto in occasione delle “Vie dei Tesori”.
C’è da dire, tra l’altro, che non è la prima volta che si parla di trasformare l’ex Manifattura in qualcos’altro. D’altronde da sempre il complesso, oggi grande 2 ettari, viene ampliato e modificato per soddisfare le necessità del momento.
Così nel 2006 è stato presentato un progetto da parte degli ex proprietari della Fintecna Immobiliare, uno dei cosiddetti PRUSST (Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile). Si pensava di creare un centro polifunzionale con un hotel di lusso, due centri commerciali, un multisala ed un parcheggio. Tutto per la modica cifra di 53 milioni di euro.
Idea che, però, ha fatto storcere il naso a qualcuno. Un albergo di lusso non piaceva a sindacati e consiglieri comunali, così il progetto fu cambiato. Nel 2013 il PRUSST rinnovato è stato approvato ma mai realizzato, e nel mentre la proprietà è stata ceduta alla Cassa depositi e prestiti.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini parla di “valorizzazione dell’intero complesso architettonico in chiave culturale: in particolare con la realizzazione di un Auditorium, a cui saranno affiancati spazi espositivi, e un’area dedicata alla creatività artistica con annessa foresteria per artisti. L’obiettivo è creare un centro polifunzionale costituito da sale per congressi ed intrattenimenti, uffici, sale espositive e multisala”. Sembra così plausibile che l’ispirazione sia arrivata proprio da quel vecchio progetto. Nonostante ciò, i dettagli restano ancora un mistero.
Compiaciuto per il finanziamento il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Esprimo grande soddisfazione sull’inserimento dell’ex Manifattura Tabacchi all’interno del Pnrr – ha affermato – Un progetto di competenza dello Stato su un’area di proprietà pubblica che abbiamo individuato insieme al ministro Dario Franceschini al fine di contribuire alla riqualificazione di edifici e di aree aperte che si collegano al rilancio della borgata marinara dell’Acquasanta. Questo intervento si collega da una parte al cimitero degli Inglesi, dall’altra alla riqualificazione del porto turistico dell’Acquasanta attuata dall’Autorità portuale di Palermo che d’intesa con l’amministrazione comunale provvederà alla riqualificazione della piazza che collega la parrocchia al porto. Nella riqualificazione, inoltre, si inserisce il rilancio del Grand Hotel Villa Igiea di Sir Rocco Forte, a conferma che il recupero di vivibilità e fruibilità di spazi pubblici è anche elemento di grande attrattività turistica”.
Anche Adriano Varrica, deputato del Movimento 5 Stelle, festeggia l’inserimento del progetto nel Pnrr. “Da diversi mesi ho avviato interlocuzioni con Cassa depositi e prestiti per la riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’ex Manifattura Tabacchi – ha dichiarato – Il rilancio della zona Cantieri-Via Montalbo-Acquasanta passa anche da questo intervento. Dopo aver restituito una prospettiva occupazionale con gli investimenti per il cantiere navale, abbiamo l’occasione di riqualificare il tessuto urbano mediante un importante insediamento culturale”.
(nella foto un particolare dell’edificio)