- Il tema della mostra sono i “blocks”, i limiti che imperversano nella società odierna
- La mostra è visitabile fino al 31 luglio all’Albergo delle Povere
- Esposte 54 opere dei 28 artisti provenienti da tutto il mondo
Fino al 31 luglio Palermo ospita la mostra “Blocks – Storie di dialoghi oltre i limiti” presso l’Albergo delle Povere, organizzata da I-Design a cura di Daniela Brignone (storica d’arte) e Daniela Brignone (storica).
Il tema della mostra, come si evince dal titolo, sono i “blocks”, ovvero i blocchi, i limiti che imperversano nella società odierna e di cui parleranno le 54 opere dei 28 artisti provenienti da tutto il mondo nello spazio a loro dedicato, limiti che proveranno ad abbattere facendo comunicare le proprie opere.
Gli artisti
Gli artisti che prendono parte alla collettiva sono: Eyal Ben Simon (Israele), Liu Bolin (Cina), Paolo Canevari (Italia), Mateusz Choróbski (Polonia), Paolo Cirio (Italia), Andrea De Carvalho (Brasile), Vittorio Corsini (Italia), Doplgenger (Serbia), Osvaldo Gonzáles (Cuba), Igor Grubić (Croazia), Maryam Jafri (Pakistan), William E. Jones (Stati Uniti), Jon Kessler (Stati Uniti), Sophie ko (Georgia), Julia Krahn (Germania), Sigalit Landau (Israele), Thomas Lange (Germania), Almagul Menlibayeva (Kazakistan), Hassan Musa (Sudan), Adi Nes (Israele), Adrian Paci (Albania), Valentina Palazzari (Italia), Donato Piccolo (Italia), Renato Ranaldi (Italia), Mario Rizzi (Italia), Steve Sabella (Palestina), Philip Topolovac (Germania), Uli Weber (Germania).
Riapertura dell’Albergo delle Povere
“L’arte può denunciare e, al contempo, testimoniare una realtà dalla quale liberarci. “Blocks”, attraverso 28 artisti di tutto il mondo racconta muri, limiti, guerre, blocchi, alcuni storici e fisici come il muro di Berlino, i blocchi della Cina comunista o il conflitto fra israeliani e palestinesi, che di recente ha avuto un’ulteriore drammatica appendice; altri, meno visibili, come i blocchi a cui l’umanità si è abituata a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza pandemica o i meccanismi della globalizzazione che ci intruppano in modelli stereotipati”. Lo ha detto l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà.
“Se un tempo – prosegue l’assessore Samonà – la separazione e i muri avevano un significato quasi esclusivamente geopolitico, oggi, abbiamo scoperto una forma più claustrofobica di “blocco” che, annullando l’incontro e il confronto, imponendo coprifuoco e copie surrogate di rapporti sociali, ha spinto ciascuno verso una dimensione individualistica che allontana dalla socialità: da ciò può scaturire una sensazione di prigionia, da cui siamo chiamati a liberarci attraverso l’arte e la cultura. Ed è anche per questa ragione che riaprire l’Albergo delle Povere con una grande mostra è, forse, la gioia più grande, perché ci restituisce il piacere di tornare alla socialità, alla libertà, alla vita”.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana insieme con Museo Riso, Fondazione, Ordine degli Architetti di Palermo, Rotary club Colonne d’Ercole di Palermo.
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