I dati di Svimez nel report “Dove vanno le regioni italiane” dedicato alle previsioni di sviluppo fino al 2025. Il Tacco si distingue anche rispetto al Centro-Nord. Il vicedirettore Prezioso: «Un balzo sorprendente».
«Una crescita sorprendente». Questo è stato il commento entusiasta del vicedirettore di Svimez, Stefano Prezioso, sulla Puglia durante l’Expojob 2024, la fiera del lavoro organizzata da Arpal (Agenzia regionale Politiche attive del lavoro) a Miggiano nel Salento. L’evento mira a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, promuovendo l’inserimento lavorativo di disoccupati, inoccupati, neet e lavoratori svantaggiati.
Prezioso ha sottolineato come la Puglia si distingua nettamente nel panorama del Mezzogiorno, superando persino i tassi di crescita occupazionale del Centro-Nord, dove il tessuto imprenditoriale è storicamente più robusto. Nonostante ciò, qualcosa sta cambiando, come evidenziato dai dati di Svimez.
Tra il 2019 e il 2023, la Puglia ha visto aumentare il numero di lavoratori di 76.600 unità, pari a un +63%. Questo significativo incremento può essere in parte attribuito all’effetto rimbalzo dopo la pandemia da Covid. In particolare, sono stati 41.100 gli uomini occupati in più (+53%) e 35.500 le donne che hanno iniziato a lavorare (+82%). Quest’ultimo dato è particolarmente incoraggiante, dato che la partecipazione femminile al mercato del lavoro è considerata cruciale per lo sviluppo del Sud e del Paese.
L’analisi per settore di attività e area geografica mostra che tra il 2019 e il 2023 il Mezzogiorno ha registrato una crescita del 23%, il Centro-Nord dello 0.9% e l’Italia nel suo complesso dell’1.3%. La Puglia, invece, ha avuto un incremento del 45% nei settori dell’industria e del 63% nei servizi, inclusi commercio e turismo. L’ottima partecipazione all’Expojob, nonostante la pioggia, è un ulteriore segnale positivo: solo nel pomeriggio del giorno di apertura sono stati effettuati 437 colloqui con circa 80 imprese presenti.
Oltre alla riorganizzazione di Arpal e ai segnali positivi da Istat e Svimez, è necessaria un’attività incisiva della Regione per attrarre imprese e investimenti, oltre a politiche governative oculate. Lo studio di Prezioso ha evidenziato come, durante la recessione tra il 2008 e il 2013, l’Italia abbia attuato politiche restrittive che hanno aumentato il debito di 29.2 punti di PIL. Al contrario, tra il 2020 e il 2023, sono state adottate misure espansive per contrastare pandemia e crisi energetica, portando a una crescita del debito pubblico di circa 3 punti di PIL, meno rispetto alla media dell’Eurozona (5.9 punti) e degli USA (14.5 punti).
La ricetta per sostenere la crescita, che in Puglia mostra i primi frutti, si basa sulla fiducia nel futuro. Prezioso ha sottolineato che il debito sarebbe stato ancora più contenuto se il Superbonus, costato 100 miliardi, fosse stato modulato meglio.