Una Sicilia fragile in mezzo al Mediterraneo. E questo dipende dall’assenza di una politica del mare. Spazio fisico ingovernabile per definizione, il mare, il mare magnum, in questo caso rischia di diventare un fattore critico per lo sviluppo dell’isola, piuttosto che opportunità. “In Italia manca una politica del mare nonostante la strategicità del Mediterraneo”. Lo ha detto l’ex ministro Calogero Mannino, intervenendo a Siracusa al meeting dal titolo ‘Sicilia, Mediterraneo, Europa: le sfide dell’energia e della sicurezza’, organizzato dall’associazione “Incontri a Siracusa”.
“L’Italia potrebbe cogliere – ha detto Calogero Mannino – questa opportunità di essere, specie con la Sicilia, al centro del Mediterraneo, corridoio dei traffici commerciali che transitano dall’Oceano Indiano all’Oceano Atlantico, eppure le infrastrutture portuali sono inadeguate. Ci sono alcune eccezioni, come Trieste, è stato recuperato il porto di Genova, con grandi sforzi da parte dello Stato. Abbiamo Gioia Tauro, porto nato con altri obiettivi, diventato un grande porto container, superiore, sotto questo aspetto a Genova e Livorno”.
“Alla Sicilia manca un porto commerciale – dice ancora Mannino – adeguato alle opportunità che concede la posizione nel Mediterraneo. Era stato individuato il porto di Augusta ma sono subentrate delle difficoltà, tra cui la presenza del Petrolchimico. Gli altri porti in Sicilia insistono sulle città, tra cui Palermo, Trapani e Messina: sono porti che non hanno alle spalle, quegli spazi necessari, come a Rotterdam”.
La Sicilia è un Hub nel Mediterraneo ma passivo. “E una piattaforma su cui insistono – dice Mannino – insediamenti importanti per il sistema difensivo atlantico. Senza andare troppo distanti, c’è il porto di Augusta con la presenza della Nato, per non parlare di Sigonella, dell’aeroporto di Trapani, ed il Muos che catalizza tutte le comunicazioni per il sistema difensivo. Eppure, nonostante queste presenze, non si sono verificate ricadute sotto l’aspetto economico e sociale con il territorio. Nel Nord-Est, con la base di Aviano, si è creata non solo economia ma una rete infrastrutturale importante, capace di legare quel pezzo di Italia con i paesi balcanici”.
“La Sicilia non ha reti materiali, non è possibile – ha detto Mannino – che non si abbiano autostrade, infrastrutture ferroviarie che leghino, anche per ragioni militari, le varie zone dell’isola. Ed è un handicap, specie per quelle aziende della Sicilia meridionale che hanno avuto uno sviluppo importante sul fronte dell’agricoltura. Gli imprenditori siciliani hanno fatto miracoli e queste produzioni devono finire nei mercati che contano: a Milano e Verona in Italia e Dusseldorf e Francoforte nel cuore dell’Europa”.