A Palermo sta per scoppiare la guerra del pane. Ma in realtà, l’intera categoria di panificatori siciliani è in ginocchio a causa del caro bollette. In molti non riescono a far quadrare i conti a causa del costo dell’energia quadriplicato rispetto all’anno scorso. La deadline è dicembre, quando molte di queste imprese a conduzione artigianale dovranno subire il distacco perchè non sono riusciti a pagare le bollette.
Il pane è un alimento essenziale. A causa della drammatica crisi economica sta per diventare la base dell’alimentazione delle famiglie meno abbienti. Un balzo all’indietro di oltre 90 anni, che sta portando il livello di vita di molte zone marginali del sud a standard di vita da terzo mondo.
A spiegare lo scenario attuale è Gioacchino Quartararo, panificatore: “La situazione di oggi è insostenibile, il caro bollette ci metterà in ginocchio, chi prima e chi dopo. Tra poco saremo tutti sulla stessa barca. Andare a rateizzare le bollette dell’energia elettrica non basta. Il primo mese paghi 10mila euro anziché 40mila, il secondo mese altri 10mila e così di seguito fino a quando ti ritrovi comunque ad aver sborsato 40mila euro. Non abbiamo concluso niente con la rateizzazione. Ci vuole una moratoria che blocchi le bollette. Sappiamo che si deve formare il nuovo governo nazionale e ci vorrà tempo. Ma noi non possiamo aspettare. Tra due mesi ci sarà una carneficina, uno tsunami. Intanto moltissime attività chiudono, tante persone perdono il posto di lavoro. Non c’è tempo, dobbiamo trovare delle soluzioni”.
“Le nostre richieste – continua Quartararo – sono abbattimento dell’Iva, credito di imposta al 50%, la moratoria che ci permetta di bloccare le bollette senza andare in morosità e senza che ci stacchino la luce, la cassa integrazione in deroga, perché chi vuole scegliere di chiudere la propria attività e mettere i propri dipendenti in cassa integrazione lo deve poter fare”.
“Intendiamo muoverci come si sono mossi gli altri nostri colleghi di tutta Italia, organizzando una manifestazione, a piazza Pretoria, a Palermo, dove ha sede il Comune. Abbiamo scelto questo luogo perché è la casa del sindaco, il primo cittadino, è lui che ci rappresenta. Il sindaco si faccia portavoce dei nostri problemi insieme al Presidente della Regione”.
Già a settembre il panificio Quartararo aveva annunciato che si stava valutando l’ipotesi della chiusura.
La storica attività ha voluto con trasparenza pubblicare i dati relativi ai costi da dover sostenere per la sola corrente elettrica. Ad essere state pubblicate le bollette di febbraio e luglio scorsi dove in tutta evidenza viene fuori un aumento quadruplicato delle tariffe. Si è passati da una media di 0,15 centesimi chilowatt a ben 0,68 centesimi. La fattura di luglio riporta la cifra monstre da dover corrispondere di ben 27 mila euro.
E sono tante la categorie che stanno protestando in questi giorni. Ieri Bagheria si è fermata contro il caro bollette. Un corteo per il centro della cittadina con manifesti e slogan contro i costi dell’energia quintuplicata negli ultimi mesi. Tante le fatture portate in corteo con costi esorbitanti e non più sostenibili.
“Non possiamo lavorare per pagare le bollette – hanno urlato i partecipanti alla manifestazione –, non possiamo essere vittime della speculazione. Basta con il predominio delle grandi multinazionali che voglio così distruggere la piccola e media impresa”.
Tra i partecipanti tanti commercianti che si sono dati appuntamento in via Consolare, nei pressi del passaggio a livello, per poi sfilare lungo il corso Butera. Tra di loro, anche i titolari di attività storiche di Bagheria e dintorni, come la gelateria Anni 20, il Bar Ester o i fratelli Sardina di Aspra.
Al loro fianco il sindaco Filippo Maria Tripoli, che con tanto di fascia tricolore ha aderito alla manifestazione. “Ho in mano una parte della licenza dei commercianti non solo di Bagheria ma del comprensorio – ha detto il sindaco –. La situazione ci coinvolge tutti. I costi aumentano e aumentano per tutti non solo quelli elettrici, ma anche di materie prime e medicinali”.