Soltanto un mese fa, in chiusura di campagna elettorale, Giorgia Meloni parlava di Sud e dipingeva le sue strategie per rilanciare l’economia di un territorio in crisi perenne. A Napoli, durante un comizio elettorale, il nuovo premier lanciava il suo programma meridionalista: “Il Sud per me è una grande occasione di sviluppo per questa nazione. Credo che sia mancata in questi anni soprattutto una visione industriale che coinvolga soprattutto il Sud su settori non adeguatamente valorizzati, penso al tema dell’economia del mare e penso all’energia”.
Il Sud come piattaforma energetica del Paese? E’ un po’ quello che sostengono anche a Bruxelles. Sul piano pratico, poi, Meloni individua delle linee programmatiche che puntino all’interconnessione tra Sud e Nord Africa. Ecco cosa propose a margine di quel comizio napoletano: “Nel dramma della situazione attuale noi abbiamo una grande occasione soprattutto per il Sud, i gasdotti dal Nordafrica e dal Mediterraneo occidentale arrivano qui al Sud, qui non mancano sole, mare e vento, con un po’ di soldi e un po’ di intelligenza noi possiamo fare del Sud l’hub di approvvigionamento”.
Ma rilanciare il Sud non sarà una passeggiata. Chiunque si sia illuso di un Pnrr salvifico per le sorti meridionali sbatte contro una realtà ben illustrata dalla leader del centrodestra. «Il Pnrr da solo non basterà a colmare il divario tra Nord e Sud. Gli 80 miliardi destinati al Sud sono inferiori a quelli che il Mezzogiorno ha ricevuto nella programmazione 2014-2020 e che oggi ha impiegato solo nella misura del 50 per cento. E la nostra proposta di adeguamento del Pnrr non toccherà affatto la destinazione del 40 per cento al Sud ma consentirà di impiegare al meglio le risorse e nei tempi. Perché le faccio notare che, se noi non adeguiamo le opere pubbliche al caro materiali e non prevediamo un fabbisogno aggiuntivo, questo sì che non consentirà il rispetto del 40 per cento. Noi dobbiamo concentrarci non solo sull’assegnazione delle risorse, su cui abbiamo assistito a battaglie politiche formidabili, ma a verificare la spesa effettiva e il rispetto dei tempi».
Parlando di Sud, impossibile non fare riferimento al Reddito di Cittadinanza. Uno strumento che il nuovo governo vuole riformare. Nei giorni scorsi il presidente dell’Inps Tridico ha ricordato quanto imponente sia stato l’esborso economico nei confronti del cittadini del Sud: il 70 per cento e passa delle risorse stanziate è finito sotto la linea della palma. Che fare?
Ministro sarà il senatore Nello Musumeci, 67 anni, bancario e giornalista pubblicista, Presidente della Regione siciliana nella legislatura appena conclusa, uno dei volti storici della destra in Sicilia degli ultimi trent’anni. Il ministero del Sud e del mare è un ministero senza portafoglio.