A Napoli, l’antica pizzeria da Michele festeggia 150 anni con una mostra virtuale.
“Nel giorno dell’attivazione dei servizi di delivery e asporto, abbiamo raccontato cosa volesse dire per noi chiudere le porte di una pizzeria da alcuni definita il tempio della pizza”, spiega Alessandro Condurro, amministratore de “l’antica pizzeria da Michele in the world”.
La comunicazione con i clienti è stata sempre attiva, anche durante il lockdown. I nostri social erano pieni di ricordi, attraverso hashtag come #damichelememories e #damichelechallenge, con i quali abbiamo cercato di incentivare i nostri follower a restare sempre attivi e in contatto con noi, in un momento difficile come quello del lockdown.
Ci siamo inoltre impegnati personalmente per riaprire in sicurezza e, nel frattempo, abbiamo avuto un’idea.
Come alcuni musei internazionali, abbiamo voluto che le nostre porte non si chiudessero mai più. Da storica pizzeria tradizionale, la sfida è stata trasformarci ne l’antica pizzeria da Michele 2.0, ma solo virtualmente. Le pizze restano quelle della tradizione del nostro bisnonno Michele”.
Racconta Daniela Condurro: “Attraverso la mostra si entra fisicamente nella pizzeria e si esplora liberamente la prima sala. Sulle pareti, sui tavoli e persino nel forno, si nascondono i tanti contenuti video, fotografici e audio che rappresentano l’anteprima della mostra fisica che ci prefiggiamo di realizzare entro fine anno. Vogliamo celebrare degnamente il 1870, anno in cui il primo Condurro, Salvatore, ottenne la licenza per fare le pizze”.
“Da Julia Roberts, Jude Law a Maradona, passando per le 15 aperture nel mondo della Michele in the world, si viaggia nel tempo e nello spazio, tra realtà, cinema e letteratura, restando in una stanza virtuale. Ci auguriamo che questo virtual tour, realizzato con la cura del fotografo Pino Miraglia, la progettazione di Av Communication e la grafica di Vito Lombardi e con le media partnership di “Cucina a Sud” e “ItaliaSquisita”, arrivi al cuore di tutti, rappresentando un augurio per la ripartenza di un settore come la ristorazione che, in questo momento, ha la necessità di reinventarsi, restando fedele a se stesso” – conclude Alessandro Condurro.