Un Duomo insolitamente deserto, a causa del rischio contagio che ha imposto lo svolgimento del rito a porte chiuse.
“Un segno di predilezione e benevolenza nel tempo del coronavirus per la nostra Campania e per l’Italia intera” ha detto il Cardinale Sepe spiegando che al momento dell’apertura della cassaforte, il sangue del patrono di Napoli era già sciolto. Nella storia recente, i casi di mancato scioglimento, hanno coinciso con date funeste. Nel settembre del 1939 e nel 1940, per esempio, in coincidenza con l’inizio della seconda guerra mondiale e dell’entrata nel conflitto dell’Italia. Nel settembre del 1943, data dell’occupazione nazista, nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli e nel settembre del 1980, anno del terremoto in Irpinia.
Quest’anno, per la prima volta, non si è svolta la tradizionale processione. La processione del pomeriggio del sabato, che precede la prima domenica di maggio. Viene portata la teca contenente il sangue, il busto del Santo Patrono di Napoli e della Campania, assieme alle statue di alcuni Santi compatroni. E’ un rituale che avviene in ricordo della traslazione delle Reliquie dell’Agro Marciano alle Catacombe di San Gennaro.
“Ricordiamo con questa particolare liturgia la traslazione del corpo di San Gennaro dal luogo del suo martirio, nei pressi di Pozzuoli, alle Catacombe – ha detto il cardinale Sepe – quest’anno però non potremo tenere la tradizionale processione a Santa Chiara. L’emergenza sanitaria, che ha colpito e sconvolto le nostre comunità e il mondo, ci impone misure precauzionali per tutelare la salute di tutti”. “Pur in questo stato di quasi solitudine – ha aggiunto Sepe – mi sento circondato dalla raccolta partecipazione di voi che seguite da lontano, dei tanti devoti che in tale ricorrenza abitualmente affollano la cattedrale e di tutti quelli che, sparsi nel mondo, ci seguono con costanza e attenzione. In questo clima di sconcerto generale avverto la silenziosa angoscia della nostra gente, l’inconsolabile dolore di chi ha perduto i propri cari, la preoccupazione di tante famiglie per un domani che appare ancora molto incerto».
Alla liquefazione del sangue, erano presenti il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, in qualità di presidente della Deputazione di San Gennaro, Riccardo Imperiali di Francavilla, membro della Deputazione, e monsignor Vincenzo De Gregorio, abate della Cappella di San Gennaro. L’annuncio è stato salutato dal tradizionale sventolio del fazzoletto bianco sull’altare del Duomo da parte del membro della Deputazione di San Gennaro. Durante l’omelia, trasmessa in streaming, Sepe ha rivolto anche un invito alle Istituzioni: “La camorra e le altre organizzazioni criminali non restano come noi in quarantena. Muovetevi! La camorra non aspetta, bisogna fare più in fretta di loro“.