Un appuntamento per scoprire le bellezze dei territori del sud. Una passeggiata tra i luoghi degni di nota del Mezzogiorno. E’ “Diari dal sud”, la rubrica firmata Resto al Sud. La prima tappa è nella città di Napoli.
La città di Napoli, capoluogo della regione Campania, è il terzo comune italiano per popolazione. Fu tra le città più importanti della Magna Grecia e giocò un notevole ruolo commerciale, culturale e religioso nei confronti delle popolazioni circostanti. Sede della Federico II, la più antica università del mondo, ospita anche l’Orientale, la più antica università di studi sinologici e orientalistici del continente. A Napoli si trova anche una delle più antiche accademie militari al mondo, la Nunziatella. Eletta Patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Città dall’imponente tradizione nel campo delle arti figurative, che affonda le proprie radici nell’età classica, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il rinascimento e il barocco napoletano, il caravaggismo, la scuola di Posillipo ed il liberty napoletano.
Il centro storico di Napoli è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità, per i suoi eccezionali monumenti, che testimoniano la successione di culture del Mediterraneo e dell’Europa. Definita dalla BBC come la città italiana con troppa storia da gestire. L’icona alimentare che caratterizza l’italianità a livello globale è la Pizza Napoletana e l’arte dei suoi pizzaioli che è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità. Vicino la zona est della metropolitana, c’è il vulcano Vesuvio, uno dei simboli indiscussi della città, il cui parco è stato inserito dall’UNESCO tra le riserve mondiali della biosfera.
E’ una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. È dedicata a Umberto I d’Italia, come omaggio al Re e in ricordo della sua generosa presenza durante l’epidemia di colera del 1884, che mostrò l’esigenza di un risanamento della città. Progettata anche con l’intento di essere essa stessa un’opera monumentale, la galleria Umberto I, sin dalla sua costruzione, divenne immediatamente un fondamentale polo commerciale della città di Napoli, grazie anche all’ubicazione che la vede circondata dalle strade dello struscio come via Toledo. La Galleria divenne centro mondano della città, a tal punto da essere scelta nel 1896 come sede della prima sala cinematografica della città, nonché una delle prime in Italia, voluta dal padovano Mario Recanati, dove furono proiettati i primi film dei fratelli Lumière.
E’ il castello più antico della città di Napoli ed è uno degli elementi che spiccano maggiormente nel celebre panorama del golfo. A causa di diversi eventi che hanno in parte distrutto l’originario aspetto normanno e grazie ai successivi lavori di ricostruzione avvenuti durante il periodo angioino ed aragonese, la linea architettonica del castello mutò drasticamente fino a giungere allo stato in cui si presenta oggi. Un’antica leggenda vuole che il suo nome derivi dall’aver, il poeta latino Virgilio, nascosto nelle segrete dell’edificio un uovo magico che aveva il potere di mantenere in piedi l’intera fortezza. La sua rottura avrebbe però provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
Chiamato anche Maschio Angioino o Mastio Angioino, è uno storico castello medievale e rinascimentale, uno dei simboli della città di Napoli. Il castello è sede della Società napoletana di storia patria e del Comitato di Napoli dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Nel complesso è situato anche il museo civico. Il Maschio Angioino, nel corso della sua storia, è stato utilizzato più volte come residenza temporanea per ospitare illustri personaggi recatisi a Napoli ospiti della corte reale o in visita ufficiale. Tra le principali personalità si annoverano: Giovanni Boccaccio, Giotto, Papa Bonifacio VIII, Papa Celestino V, Francesco Petrarca.
Sulla mappa è nota come via San Gregorio Armeno, ma in Italia e gli stessi napoletani la conoscono come la Via dei Presepi. Spaccanapoli, è un’arteria viaria del centro antico di Napoli ed è una delle vie più importanti della città. Chiamata Spaccanapoli in quanto divide nettamente, con la sua perfetta linearità, la città antica tra il nord e il sud. I mercatini presenti in questa stretta via, sono realizzazioni uniche di artigiani che realizzano a mano da secoli statuine per decorare il presepio. La notorietà di Spaccanapoli ha travalicato anche i confini nazionali rendendola conosciuta in tutto il mondo per la sua arte presepiale.
La ricca e storica tradizione popolare di Napoli e la sua cultura millenaria hanno determinato nel corso del tempo un sentimento di napoletanità che sintetizza diverse abitudini e credenze del popolo locale. Il bagaglio culturale, che va dalla musica alla cucina, dai riti sacri alle credenze mistiche, fa sì che alla città vengano associati diversi stereotipi che, in alcuni casi, vengono anche allargati al contesto nazionale. Pizza, sole, tarantella e mandolino, quattro simboli di Napoli, sono infatti annoverati e riconosciuti come i più classici simboli dell’Italia nell’immaginario collettivo internazionale.
Situata nel centro storico della città di Napoli, occupa una superficie di circa 25 000 metri quadrati. La piazza si presenta come una delle più grandi della città e d’Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni. Questa Piazza è diventata lo scenario dei principali avvenimenti cittadini e nazionali: dai comizi elettorali ai concerti musicali, alle cerimonie nazionali ai funerali di grandi personalità, quali Pino Daniele. Tradizionalmente ogni anno nel periodo natalizio sono installate al centro della piazza opere di arte contemporanea, spesso discusse per la loro eccentricità.
Il Teatro San Carlo, il teatro lirico di Napoli, è tra i più famosi e prestigiosi al mondo, fondato nel 1737. Date le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d’Europa. Il teatro fu il simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea.
Tante altre invece sono le parole o le immagini che sintetizzano e rappresentano l’identità stereotipata napoletana: come il corno o il munaciello, che testimoniano la superstizione popolare. La mozzarella, simbolo assieme alla pizza della cucina napoletana e italiana. La tombola, tipico gioco natalizio, che viene accompagnato alla smorfia napoletana. Poi c’è Pulcinella, una delle maschere italiane più famose e infine vi è l’iconografia classica del vicolo napoletano, dominato dai bassi e dai panni stesi lungo la strada.
Tra i riti religiosi invece, dominano la storica arte presepiale napoletana, per rappresentare la scena della Natività. San Gennaro per i napoletani è il patrono nel cui duomo sono custodite le sue ossa e due antichissime ampolle contenenti il sangue del santo. Queste ampolle vengono esposte alla venerazione dei fedeli tre volte l’anno: giorni importantissimi in quanto in essi si può assistere al fenomeno della liquefazione, il famoso Miracolo di San Gennaro, attestato per la prima volta nel 1389.