Melfi, c’è il rischio di desertificazione industriale. Lo sostiene Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata, che ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi per chiedere il riconoscimento di “area di crisi complessa” per quel territorio.
Secondo Bardi, “Il ridimensionamento del mercato ed il piano industriale di Stellantis delineano per lo stabilimento di Melfi uno scenario fortemente critico. Quello che era stato il più importante investimento pubblico a sostegno di una iniziativa privata (la Fiat) in Basilicata e con riflessi positivi per tutto il Mezzogiorno, rischia oggi di innescare un processo di desertificazione industriale davvero preoccupante, se si considerano le tante iniziative correlate dell’indotto. Risultano sussistere tutte le condizioni per riconoscerla “area di crisi complessa”. Nel mentre in tale direzione abbiamo già avviato una interlocuzione con il Ministero competente mi rivolgo a Lei, oltre che per il suo ruolo per la Sua nota sensibilità sui temi del lavoro e dello sviluppo, in modo che la Basilicata si possa giovare del Suo supporto e della sua supervisione per superare questo difficile momento”.
L’indotto automotive di Melfi è costato parecchi denari all’Erario dello Stato. Soldi che ora rischiano di andare in fumo. Tra il 1990 e il 1995, lo Stato ha investito 1,28 miliardi di euro per contribuire alla costruzione degli impianti produttivi di Melfi e Pratola Serra (in provincia di Avellino) che sono costati alle casse dello Stato quasi 1,28 miliardi. Su quei due impianti, di contro, la Fiat ha investito quasi 2 miliardi di euro. Altri soldi pubblici sono stati destinati, in un periodo successivo, anche per alcune ristrutturazioni, come la Sata di Melfi (1997-2000) e l’Iveco di Foggia (2000-2003). Nel primo intervento lo Stato ha investito 151 milioni di euro, nel secondo sono stati spesi 121,7 milioni di euro pubblici. Questi conteggi non tengono conto delle risorse destinate negli anni al capitolo “ammortizzatori sociali”.
Una situazione paradossale e drammatica. L’ennesima beffa per il sogno industriale del Sud. Così Bardi, oltre a scrivere a Bardi, sta cercando di fare rete con i colleghi governatori delle altre regioni. In un’altra missiva, infatti, il Presidente della regione Basilicata ha scritto ai colleghi di Abruzzo, Campania, Molise e Puglia indicando che “la gravissima crisi dell’industria dell’automotive rende indifferibile un coordinamento anche tra le regioni sedi di stabilimenti produttivi al fine di elaborare strategie ed interventi urgenti a sostegno della occupazione. Vi invito a rendere possibile un incontro urgente per avviare un confronto e possibilmente individuare una linea comune di azione da proporre al Governo nazionale”.